L’azzurro, primo italiano qualificato al debutto paralimpico del taekwondo a Tokyo, si racconta tra lockdown, allenamenti e grandi novità. Ai Giochi punta a vincere, ispirato da Alex Zanardi
1 agosto — Milano
La qualifica alle Paralimpiadi di Tokyo 2021, il matrimonio con la sua dolce Sofia e un figlio in arrivo. Per Antonino Bossolo questo 2020 sarà assolutamente un anno da ricordare, tra gli alti e bassi di gioie personali e amarezze sportive. Si, perché il siciliano classe 1995 era pronto e preparato a disputare la sfida più grande: le prime Paralimpiadi di taekwondo. Un risultato ottenuto con costanza, impegno e fatica.
Ma l’emergenza coronavirus ha rinviato il suo sogno, un anno in più da affrontare però con spirito positivo: «Mi piace vedere il bicchiere mezzo pieno, questo tempo sarà un’opportunità per migliorarmi verso il mio obiettivo». Ad Antonino piace vincere, basti solo prendere in esame il 2019: un anno ricco di incontri e di risultati utili alla scalata del ranking che lo ha portato alla qualifica paralimpica, tra cui il bronzo europeo a Bari. E poi il test paralimpico a Tokyo: il suo argento nei -61 kg della categoria K44 lascia ben sperare per i Giochi verso i quali lui stesso assicura: «Voglio l’oro».
Determinato e sicuro di sè, Antonino si ispira ad Alex Zanardi, per il quale ha anche partecipato al video-tributo del Comitato Italiano Paralimpico cantando «Don’t stop me now» dei Queen: «Alex è simbolo di forza, siamo tutti con lui e spero di potergli stringere presto la mano».
Dove hai passato il periodo di lockdown?
«Ho trascorso la quarantena con i miei familiari e la mia futura moglie a Casteldaccia, in provincia di Palermo».
Futura moglie? Che sorpresa, congratulazioni!
«E non è finita qui: diventerò papà! Vi posso solo dire che già dall’ecografia calcia come il padre».
Quante novità, un 2020 speciale insomma.
«Esatto. Se per molti, a causa della pandemia e delle sue conseguenze, è un anno da dimenticare, per quanto mi riguarda sarà un anno di svolta da ricordare».
Come vi siete conosciuti tu e Sofia?
«Per caso a casa di una amica. È stato amore a prima vista, il famoso colpo di fulmine. Ora siamo insieme da sei anni e mezzo, lei è al quinto mese e il 10 agosto ci sposeremo in comune. Ma la vera proposta la farò dopo le Paralimiadi di Tokyo, non svelo nulla… sarà una sorpresa!».
Sei riuscito a mantenerti in forma durante la quarantena?
«Si, nonostante il poco spazio in casa, sono riuscito ad allenarmi. Ho seguito il programma del preparatore atletico azzurro, ho curato la parte tecnica e fatto un po' di lavoro aerobico. Fortunatamente mi ha aiutato fratello, ex atleta di taekwondo, così sono riuscito anche a fare qualche scambio. E questo è stato importantissimo perché ho quando ho ricominciato non è stato come ripartire da zero, anzi ho ripreso subito la condizione fisica giusta».
E il ritorno in Nazionale com'è stato?
«Inizialmente, dopo 3 mesi lontani, è stato strano. Ma eravamo tutti motivati, desiderosi di cominciare».
Anche tu hai partecipato al duro programma di lavoro ideato dal d.t. Nolano?
«Avrei dovuto, ma purtroppo pochi giorni prima mi sono infortunato in allenamento: una lesione di secondo grado al femorale sinistro. Così ho continuato il raduno facendo terapie e qualche esercizio per la parte superiore. Un infortunio non è mai positivo, ma diciamo che è stato meglio subirlo ora che non ci sono gare in vista e che ho tempo per recuperare e rimettermi con calma. Però sono comunque rimasto vicino ai miei compagni, li ho visti determinati ad affrontare degli sforzi enormi, non hanno mai mollato».
Tu che sei già qualificato, come hai preso il rinvio delle Paralimpiadi?
«Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, quindi penso sono ottimista. Credo che ogni cosa succeda per un motivo: sarà per me un'opportunità in più per migliorare in quegli aspetti in cui ho delle carenze. Mi farò trovare pronto».
Hai partecipato al video tributo a Zanardi, che cosa significa per te un campione come lui?
«Sono onorato di aver partecipato a questa bellissima iniziativa. Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di incontrarlo, ma l'ho sempre ammirato, per noi paralimpici è un simbolo di forza e spero un giorno di potergli stringere la mano. Gli mando un grosso in bocca al lupo. Forza Alex! Siamo tutti con te!».
1 agosto — 15:51
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Source: Gazzetta.it
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