среда, 8 июля 2020 г.

Piero Angela: «Mia moglie è più di metà del mio successo, ma non le ho mai detto “ti amo”»

«Mia moglie mi ha aiutato molto. È più di metà del mio successo. Ha rinunciato alla carriera e portato pazienza per le mie assenze. Mi ha seguito in tutte le mie peregrinazioni. Ha tirato su due figli magnifici», racconta Piero Angela, 91 anni, al settimanale «Oggi», in edicola il 9 luglio, in occasione del suo ritorno in tv il 15 luglio con «Superquark». Il giornalista, di solito, molto riservato sulla vita privata concede alla rivista un tenero dettaglio della sua vita familiare, spiegando di non aver mai detto «ti amo» alla moglie che ha rinunciato alla carriera di ballerina per amore: «Sono piemontese, anche se levigato da anni all'estero e a Roma. Nel nostro dialetto non esiste il verbo "amare": usiamo il più contegnoso vorej bin, voler bene. E non esiste neppure la parola bacio: diciamo basin, bacino. Se vale, se questo mi "salva", le ho detto tante volte: T'veuj bin, ti voglio bene».

Il primo incontro

Piero Angela e la moglie Margherita Pastore si sono sposati nel 1955. I due si sono conosciuti quando erano molto giovani. In quel momento lui, prima di diventare un divulgatore scientifico, era un pianista jazz che sognava di incidere un disco, mentre lei era una ballerina della Scala con un futuro radioso da étoile della danza, futuro abbandonato per la famiglia. I due si sono innamorati a prima vista. Un colpo di fulmine, come ha detto Angela in una intervista a «Vieni da Me»: «È stata la prima volta che ho avuto la scossa elettromagnetica». Lei, riservatissima, poco propensa a farsi fotografare, ha lasciato la danza per seguire il marito a Parigi, dove la famiglia si è trasferita quando lui ha iniziato a fare il giornalista. La coppia ha due figli: Alberto (nato a Parigi nel 1962), che ha seguito le orme del padre, diventando giornalista scientifico, e Christine di quattro anni più grande di Alberto.

Il programma

Nel 2020 il programma di Piero Angela compie 40 anni e il giornalista ricorda a «Oggi» come nacque lo stile che l'ha reso il più amato dei divulgatori: «Andavo in onda dopo "Dallas" e dovevo evitare che gli ascolti scendessero di uno "scalino", trattenere gli spettatori su Rai 1. Bisognava "fidelizzarli" e allora forgiai il mio arsenale: varietà di argomenti per catturare un pubblico vasto, ritmo vivace come antidoto alla noia, esposizione limpida».

8 luglio 2020 (modifica il 8 luglio 2020 | 18:03)

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Source: Corriere.it

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