среда, 8 июля 2020 г.

La rinascita di Bergamo,  la terapia intensiva libera  dal Covid dopo 137 giorni

Il traguardo è stato celebrato dal direttore generale Maria Beatrice Stasi, con il direttore sanitario Fabio Pezzoli e il direttore del dipartimento di Emergenza urgenza e area critica Luca Lorini, e da una rappresentanza dei 400 operatori delle terapie intensive. In ricordo delle vittime è stato rispettato qualche istante di silenzio. Poi, quasi a stemperare la tensione, è scattato un applauso «quasi liberatorio — lo definisce il professor Lorini —, ognuno lo ha fatto al suo compagno di avventura, perché la vera forza è stata quella che tutti quanti medici, infermieri, personale, tecnici si sono uniti in una forza unica a combattere questo nemico terribile e la vittoria è arrivata». Per Stasi è stato «un momento di grande emozione, che abbiamo condiviso con tutto il personale, augurandoci che questa sia una fase davvero discendente e che non torni più il grande incubo in cui ci siamo trovati a lavorare nel mese di marzo e aprile».

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Era il 23 febbraio quando il primo paziente positivo è stato trasferito dall'ospedale di Alzano Lombardo al Papa Giovanni, dove già era stata preparata una piccola unità completamente isolata dal reparto visto il «paziente zero» di Codogno di due giorni prima. Ci si aspettavano casi, non un'ondata così violenta e rapida. In poche settimane è stata la rivoluzione, sia per la Terapia intensiva sia per i reparti trasformati dalla sera alla mattina in zone per la degenza Covid. Molti medici e operatori hanno contratto il virus, alcuni pazienti, nelle settimane peggiori, sono stati trasferiti in altre città. Ora, nell'ospedale, restano una trentina di malati che stanno lentamente riemergendo dal virus, mentre al presidio in Fiera sono stati organizzati gli ambulatori per l'attività di follow-up, visite riservate a chi ha sconfitto la malattia, importanti anche per comprenderne gli eventuali strascichi.

8 luglio 2020 | 16:34

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Source: Corriere.it

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