Il tema è ormai discusso da inizio anno, quando l'emergenza coronavirus ha messo in crisi le forniture e le linee di produzione, ed nuovamente tornato d'attualità a fine aprile: i modelli di iPhone 12 previsti per settembre arriveranno in ritardo? Se sì di quanto? A provare a rispondere questa volta è un dettagliato report del Nikkei Asian Review secondo cui soltanto qualche mese fa Apple stava rischiando seriamente di dover rimandando tutto al 2021. Ora le prospettive sono decisamente migliorate e si parla di un periodo di ingresso nella produzione di massa con un ritardo che oscilla tra le quattro settimane e i due mesi. Ma l'azienda sta facendo di tutto per puntare ad azzerarlo. Ormai tutte le indiscrezioni sono concordi nel dire che la Mela presenterà quattro modelli, tutti abilitati alla connessione 5G. Una decisione per rimanere al passo con le rivali Samsung e Huawei che hanno già presentato i primi smartphone con il supporto alla connettività di quinta generazione. Però la situazione è leggermente differente a seconda dei modelli. Quello mmWave 5G che offre la connessione più rapida ed è principalmente rivolto agli Usa, rischia il ritardo più pesante. Quelli che invece supporteranno il Sub 6 Ghz e sono destinati più al mercato asiatico sono indietro di un periodo tra il mese e il mese e mezzo.
Piano B
I numeri su cui punta Apple sono importanti. Pur abbassando le stime iniziali, l'azienda ha comunque ordinato componenti per realizzare 80 milioni di nuovi modelli. Ma Cupertino si sta anche tutelando nel caso si concretizzassero i ritardi sugli iPhone 12: sono stati ordinati 45 milioni di modelli vecchi aggiuntivi per soddisfare comunque la richiesta sul mercato, puntando molto anche sull'ultimo arrivato iPhone SE 2020. Va infatti ricordato che, nonostante l'emergenza sanitaria e le conseguenti difficoltà, la Mela nel 2020 punta a vendere oltre 180 milioni di dispositivi, in lieve contrazione rispetto ai 190 dello scorso anno ma subendo comunque un calo decisamente inferiore delle dirette concorrenti Samsung e Huawei.
2 luglio 2020 (modifica il 2 luglio 2020 | 14:04)
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Source: Corriere.it
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