воскресенье, 5 июля 2020 г.

Il grano di Vincenzo porta frutti per i giovani in Italia e nel mondo

U n giorno tutto questo sarà loro. E quel giorno è arrivato. Certo, parliamo di un terreno con 400 alberi di ulivo, invece dei 10mila degli Anni 80 del secolo scorso, e con al centro una discarica abusiva a cielo aperto. Ma per loro, per i ragazzi del progetto «La fattoria dei primi» — 26 ettari confiscati alla mafia nelle campagne del comune di Valenzano, alle porte di Bari — si tratterà di rigenerare attraverso azioni di economia circolare e sostenibilità quella terra abbandonata a se stessa. «Mandorli, melograni, fichi, ulivi, legumi e cereali saranno, entro i prossimi tre anni, il futuro di una nuova agricoltura consapevole, portata avanti dai minori a rischio della zona, e non solo»: lo dice Cardenia Casillo commentando uno degli ultimi progetti della cooperativa «Semi di Vita», accompagnata per mano dalla Fondazione Casillo creata nel 2007 subito dopo la scomparsa di Vincenzo, il papà di Cardenia e dei suoi tre fratelli, l'imprenditore pugliese del grano la cui attività è nata a Corato, intorno al molino ereditato a sua volta dal padre.

Innovatore

«Mio padre è sempre stato un innovatore, attento a tutto ciò che avrebbe potuto aiutare i giovani: sia che avessero una idea imprenditoriale, sia che vivessero nel disagio», ricorda Cardenia, consigliere della Fondazione. E difficilmente avrebbero potuto non appassionarsi a «Semi di Vita», con quel nome che è tutto un programma. E per questo hanno teso loro la mano, aperta: proprio come nel logo della Fondazione Casillo, con le spighe di grano nel palmo. «Dovreste conoscerli. Angelo Santoro e i suoi ragazzi sono riusciti persino a creare il marchio "Bontà comune": una parte dei prodotti freschi, coltivati nelle terre dedicate all'agricoltura sociale, viene trasformata in conserve alimentari e venduta nei mercati di zona», racconta ancora Cardenia Casillo. La Fondazione, in questi ultimi mesi segnati dal Covid-19, è impegnata anche a far quadrare i conti di un'altra idea bellissima attraverso l'iniziativa «Spesa aspettata o donata». E, poiché non c'è lockdown capace di distogliere l'attenzione dal prossimo, la Fondazione è stata tra i tredici donatori di due speciali ecografi acquistati per gli ospedali di Bari e Foggia. Prima che il mondo si imbattesse nel tempo sospeso il polo liceale «Sylos-Fiore» di Terlizzi, sempre nel Barese (del resto, l'attenzione all'altro in chiave di prossimità è lo spirito della solidarietà Casillo) si apprestava a far partire alla volta del Perù un gruppo di studenti diciassettenni. Accade da due anni con il progetto «Dai vita ai sogni», nel corso del quale, i giovani volontari lavorano nel Centro delle Missionarie della carità di Madre Teresa a Lima, in uno dei quartieri più degradati della città. «Naturalmente è tutto fermo — prosegue Cardenia Casillo — ma la coordinatrice del progetto, la docente Annalisa Marinelli a cui abbiamo già donato il nostro contributo per il prossimo viaggio, assicura che i ragazzi non vedono l'ora di partire».

La startup che include

E poi ci sono Claude, arrivato dalla Costa d'Avorio in Italia a bordo di un viaggio speranza, e Adriano, pugliese doc, protagonisti della start up «Arc en ciel», il cui obiettivo è la promozione e l'inclusione sociale lavorativa non solo delle persone direttamente colpite da difficoltà di inserimento, ma di tutta la comunità di riferimento. Chi c'è dietro? La Fondazione Casillo, la cui intuizione è stata quella di dare voce e coordinamento, da un paio d'anni, a persone ed enti non profit con il portale Buoncampo.it. «Non c'è cosa più bella del condividere un progetto seguendolo anche dopo la sua realizzazione», conclude l'erede del sogno di Vincenzo Casillo capitato con alcuni amici, negli Anni 50, sotto la finestrella della celletta di Padre Pio: «Ragazzini, che fate là sotto? Andate a lavorare!».

5 luglio 2020 (modifica il 5 luglio 2020 | 06:43)

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Source: Corriere.it

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