Era il 23 giugno scorso quando, in un articolo pubblicato online su Corriere.it, analizzavamo l'andamento dell'epidemia negli Stati Uniti tracciando uno scenario che sembrava in preoccupante crescita. Unico dato positivo era, allora, la curva dei decessi, in costante discesa. Ecco il grafico relativo a quei giorni, qui sotto.
Medie a 7 giorni di nuovi casi confermati e morti sovrapposte in Usa al 23 giugno (dati e grafici a cura di Eric Topol, analista medico e scienziato)
Questione di tempo
Come supposto allora, la spiegazione della divergenza era l'ipotesi che sarebbe stata solo una questione di tempo, circa un mese (i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie Usa dicono circa tre settimane), per vedere anche un aumento nei casi di morte per Covid: i nuovi focolai riguardavano contagi tra 20-40enni spesso asintomatici, ma involontariamente motivo di infezione in famiglia o comunque verso soggetti più deboli. Settimane necessarie perché il virus purtroppo potesse fare il suo corso e arrivare a persone maggiormente fragili, nonostante queste si proteggano di più. È passato un mese abbondante e, cresciuti i contagi, il risultato con il Covid-19 è sempre lo stesso: può uccidere e non si è indebolito. Una percentuale che è circa dell'1% tra le persone colpite, di solito gli anziani e chi ha già altre patologie, morirà. Teniamolo sempre presente. Prima aumentano i contagi, poi i ricoveri, poi i ricoveri in terapia intensiva e purtroppo, alla fine, le vittime.
Medie a 7 giorni di nuovi decessi in Usa al 28 luglio (dati e grafici a cura di Eric Topol, analista medico e scienziato)
Numeri impressionanti
Ecco sopra il grafico relativo al 28 luglio. Gli Stati Uniti hanno ora il maggior numero di decessi al giorno rispetto a qualsiasi altro Paese al mondo. In Usa in un giorno, il 31 luglio, sono stati ancora di più: 1.379 secondo il bilancio della John Hopkins University. Il record da 2 mesi. Arizona, Texas e Florida hanno contribuito alla statistica facendo segnare il proprio numero record di vittime in un giorno il 30 luglio. Il 20% dei texani morti sono morti la scorsa settimana. I morti di coronavirus negli Stati Uniti sono ora oltre 150mila. Ricordiamo che gli Stati Uniti rappresentano il 5% della popolazione mondiale, ma totalizzano il 25% delle morti globali da Covid.
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Allarme da considerare
Il contagio in alcune zone finalmente registra un rallentamento, ma non in tutti gli Stati. Il Texas ha superato il triste record di New York nel numero di casi totali. Notevole pensare che alcuni analisti hanno calcolato che nella contea di Westmoreland (fuori Pittsburgh, in Pennsylvania) se una persona si trovasse in un gruppo di oltre 100 persone avrebbe il 58% di probabilità di contrarre il Covid-19 e se fosse in un gruppo di oltre 500 persone le probabilità aumenterebbero fino a più del 99%. Questi sono i tassi di avanzamento del virus. 19 Stati americani non hanno ancora reso obbligatoria la mascherina. Il virus non si comporta come un'influenza: dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ribadiscono che non "va a ondate" stagionali, anche se i contagi nei vari Paesi possono subire accelerazioni e decelerazioni. È anche 10 volte più letale dell'influenza e, se non vogliamo tornare a chiudere come molti Stati americani sono stati costretti a fare, dobbiamo seguire alla lettera le indicazioni sanitarie, soprattutto quelle che dipendono dai nostri comportamenti: mascherina al chiuso e dove non ci sia distanziamento, evitare gli assembramenti e lavarsi spesso le mani.
31 luglio 2020 (modifica il 31 luglio 2020 | 16:47)
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Source: Corriere.it
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