суббота, 25 июля 2020 г.

Carabinieri Piacenza, Montella risponde al Gip: «È molto provato, il figlio legge i giornali»

«Ha risposto a tutte le domande che sono state fatte, adesso comincia l'attività difensiva. C'è la volontà di spiegare»: l'avvocato Emanuele Solari sintetizza così quello che è accaduto davanti al gip Milani durante tre ore di interrogatorio di colui che appare come il protagonista principale dei gravissimi reati (torture, arresti illegali, traffico e spaccio di droga, lesioni durante pestaggi) che accadevano a Piacenza, dentro e fuori la caserma Levante. (Qui le carte dell'inchiesta)

L'appuntato Giuseppe Montella, evidentemente, non vuole restare con il cerino in mano, condizione alla quale lo stanno sempre più spingendo gli altri colleghi arrestati ed interrogati tra ieri ed oggi dal giudice e dai pm Antonio Colonna e Matteo Centini. I due magistrati della procura della Repubblica guidata da Grazia Pradella torneranno ad interrogarlo a nei prossimi giorni, così come faranno con Salvatore Cappellano, un altro degli appuntati dei carabinieri che stamattina si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al Gip, ma che potrebbe ripensarci e rendere dichiarazioni.

Montella «è molto provato, affranto e abbattuto: il figlio legge i giornali», ma «è stato collaborativo al cento per cento, in rispetto della giustizia», ha aggiunto il legale. Prima di Montella ha risposto alle domande dei magistrati anche Giacomo Falanga, altro carabiniere finto in cella nell'inchiesta che sta scuotendo l'Arma, e a seguito della quale i vertici provinciali dei Carabinieri sono stati azzerati. Accusato, tra l'altro, di aver partecipato al pestaggio selvaggio di uno spacciatore con Montella e altri militari, ha detto che il nigeriano «è caduto durante l'inseguimento», ha riferito il difensore del carabiniere, l'avvocato Daniele Mancini. «Non c'è stata alcuna violenza», ha aggiunto il legale precisando che il suo cliente ha anche spiegato la famosa foto che lo ritrae con Montella e due pregiudicati mentre tutti e quattro sfoggiano nelle mani un fascio di banconote: «Una vincita al gratta e vinci 5 anni fa», secondo l'avvocato, non il provento del traffico di droga che gestivano dalla caserma nel piacentino.

Montella scoprì lo scorso 16 aprile dell’inchiesta sul suo conto, quando trovò una microspia della Guardia di Finanza nella sua Audi A4. Nel giro di 24 ore, poi, lui e gli altri indagati ne trovarono altre tre. «Ovviamente lo stato d’animo prevalente è il terrore di essere stati individuati — scrive il Gip — come responsabili di reati gravi e di poter essere oggetto di provvedimenti limitativi della libertà personale»: ma Montella, annota il giudice per le indagini preliminari, «con la solita tracotanza, si dichiara convinto di non aver fatto nulla di male». Secondo quanto riportato da altre intercettazioni, però, Montella — alla scoperta delle microspie — «era bianco, pallido, non respirava più».

Montella — secondo quanto rivelato dai magistrati — è un carabiniere dalla doppia vita: che da un lato abusa della sua divisa per «estorcere confessioni» a presunti spacciatori, picchiare selvaggiamente i sospettati, organizzare festini nella caserma di via Caccialupo; dall’altro organizza traffici di droga, ne cura il trasporto insieme alla compagna Maria Luisa Cattaneo (ai domiciliari) e si spinge fino nell'hinterland milanese insieme a Giardino per acquistare partite di marijuana dai calabresi, occupandosi anche di «scortare il trasporto di stupefacenti». In almeno una occasione, i pusher con i quali collaborava vedono un posto di blocco al casello Piacenza sud: Montella chiama un amico finanziere (indagato) che lavora nel nucleo cinofili; lui lo informa che non si tratta di un semplice «pattuglione» ma di un controllo mirato.

«Principalmente parlavo con Montella, il quale mi diceva che comunque tutti gli altri carabinieri della stazione erano «sotto la sua cappella», compreso il comandante Orlando…», spiegava agli investigatori un giovane pusher marocchino che passava informazioni ai carabinieri infedeli.

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25 luglio 2020 (modifica il 25 luglio 2020 | 18:09)

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Source: Corriere.it

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