суббота, 7 марта 2020 г.

Recessione per l’Italia, l’Istat la teme  e per Moody’s (con il coronavirus) c’è già

A un'economia già debilitata mancava solo il coronavirus. L'emergenza sanitaria in corso ha infatti aumentato le probabilità di un forte rallentamento dell'economia. Lo dicono, in misura diversa, sia l'Istat che Moody's, per le quali, sostanzialmente, i segni di flessione nell'ultimo trimestre del 2019 e la riduzione degli occupati a gennaio di quest'anno, lasciano prevedere un calo dell'economia anche in considerazione della diffusione del contagio da coronavirus.

Le stime di Moody's

Moody's è certamente più pessimista: «L'economia italiana è probabilmente in recessione», ha evidenziato l'agenzia di rating nel suo ultimo report prevedendo una probabile contrazione del Pil nel primo trimestre. La conseguenza è il taglio — nello scenario di base dell'evoluzione del coronavirus — a -0,5% della stima di crescita per il 2020, dal precedente +0,5%. Nello scenario peggiore, che prevede un impatto più prolungato del coronavirus, la stima per l'economia italiana arriva a -0,7%.

Pil in calo nel quarto trimestre 2019

L'analisi dell'Istat ha come punto di partenza la fine del 2019. «L'economia italiana — scrive l'Istituto di statistica — si affaccia a questa fase di forte instabilità con livelli di attività che, nell'ultimo trimestre del 2019, hanno mostrato diffusi segni di flessione. Nel quarto trimestre, il Prodotto interno lordo ha registrato una variazione congiunturale negativa pari allo 0,3%. A gennaio, inoltre, c'è stata una diminuzione degli occupati e un aumento dei disoccupati e degli inattivi rispetto a dicembre, mentre a febbraio l'inflazione complessiva ha manifestato un nuovo rallentamento. In questo mese gli indici di fiducia, non incorporando ancora le reazioni alla piena manifestazione del contagio di Covid-19 in Italia, hanno registrato per i consumatori un peggioramento diffuso a tutte le componenti con una flessione marcata del clima futuro. «Lo scenario a breve termine della nostra economia — sintetizza l'Istat — rimane caratterizzato da prospettive di persistente debolezza dei livelli di attività economica. Anche questo indicatore non riesce ancora a stimare gli effetti legati all'emergenza sanitaria in corso».

I timori per il primo semestre

I dati sulle vendite al dettaglio rispetto a dicembre sono positivi per i beni alimentari, in aumento sia in valore sia in volume (+0,8%), mentre quelle dei beni non alimentari sono negativi con un calo dello 0,4% in valore e dello 0,3% in volume. Rispetto a gennaio 2019 a gennaio si è registrata una crescita complessiva delle vendite dell'1,4% in valore e dell'1,3% in volume, con una crescita soprattutto per i beni alimentari (+1,9% in valore e +1,1% in volume). Si è confermata la crescita tendenziale delle vendite al dettaglio nella grande distribuzione (+2,3%) e la diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,2%). Conferma anche per il buon andamento delle vendite on line con il commercio elettronico che cresce del 15,8% su gennaio 2019. A gennaio anche le vendite al dettaglio sono rimaste stabili rispetto a dicembre in valore (+0,1% in volume) e sono avanzate dell'1,4% rispetto a gennaio del 2019 , ma il mese oggetto della rilevazione non ha risentito ancora dell'emergenza sanitaria, sebbene il contagio, probabilmente, fosse già iniziato. Per questo la Confesercenti calcola che le perdite legate ai mancati consumi possano essere di circa quattro miliardi entro giugno con il rischio che aumentino se l'emergenza dovesse proseguire.

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