четверг, 5 марта 2020 г.

E l’associazione vittime della strade dichiara guerra alle buche

 
Gli incidenti stradali non avvengono solo a causa del "fattore umano". La carenza delle infrastrutture della rete viaria nazionale è purtroppo cosa ben nota e spesso motivo di sinistri indipendenti dalla volontà dei guidatori.
 
Per questo motivi Alberto Pallotti, presidente dell'Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus, ha scelto "S.O.S. buche in Italia" come chiara denominazione per la nuova campagna di sensibilizzazione legata alle buche presenti sulle strade italiane.
 
L'iniziativa coinvolge tutte le 120 sedi dell'associazione l'Aifvs onlus presenti sul territorio nazionale, che gli utenti potranno contattare tramite il popolare servizio telefonico di messaggistica Whatsapp al numero 3281279114.
 
I segnalatori, il cui anonimato, assicurano all'Aifvs, verrà garantito sin dalle prime fasi, dovranno inviare le foto nitide delle buche, specificando il nome della strada e il numero civico.
 
Nel caso la segnalazione interessi collegamenti autostradali e si superstrade, sarà necessario indicare dettagliatamente, oltre al nome dell'arteria, il chilometro di percorrenza.
La documentazione ufficiale ricevuta verrà inviata, mantenendo l'anonimato della fonte, agli enti di competenza tramite email Pec ufficiale della onlus.
 
"Abbiamo proposto questa iniziativa perché riteniamo l'Italia soffra particolarmente la problematica – ha dichiarato Alberto Pallotti – Da anni ci battiamo in ogni sede, come ha fatto il referente di Aversa e agro aversano, Biagio Ciaramella, il quale ha richiesto una verifica rispetto alle prescrizioni di cui all'art. 208 Cds, riguardante proventi derivanti dai verbali effettuati sui territori di Caserta e Napoli dagli enti preposti alla sicurezza stradale e il loro utilizzo.
Tale azione riguarda i proventi incassati dalle amministrazioni comunali negli ultimi 5 anni. Una linea che, insieme, abbiamo deciso di seguire anche su piano nazionale.
Ci metteremo sempre la faccia per contrastare il fenomeno, ma è necessaria anche la piena partecipazione dei cittadini. Siamo stanchi delle tragedie stradali riportate dai giornali solo nelle prime fasi, è necessario parlarne in continuazione. I nostri morti non sono morti di serie B". (m.r.)
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