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Col coronavirus le criptomonete non sono state bene rifugio
Crolla il Bitcoin e crollano anche le altre criptovalute. Contrariamente a quanto era avvenuto negli ultimi episodi di volatilità in aumento (come le tensioni in Medio Oriente di inizio gennaio), questa volta le monete virtuali non si sono affatto comportate come bene rifugio. Anzi, “contagiate” dal Covid-19 hanno seguito l’onda ribassista dei mercati azionari, perdendo quasi il 50% del loro valore da inizio anno. Come nel caso proprio della criptovaluta più blasonata, il Bitcoin, che ha abbandonato i massimi del 12 febbraio a 10.347 dollari per scivolare sotto la barriera dei 6mila dollari e attestarsi in area 5.400, con un perdita del 47,8 per cento. Insomma, il panic selling sta colpendo anche l’oro digitale, e proprio nell’anno del nuovo halving (a maggio ci sarà il terzo dimezzamento della quantità prodotta), che secondo gli esperti avrebbe dovuto favorire un’esplosione dei prezzi.
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