Un piano senza precedenti per rinforzare il sistema sanitario nazionale nei giorni della crisi sanitaria più nera della sua storia. Uno stanziamento immediato di 600 milioni di euro, l'intenzione di portare nel sistema qualcosa come 20mila professionisti. Arriveranno nuovi medici ospedalieri, di famiglia, di guardia e anche infermieri per fronteggiare il coronavirus. Gli specializzandi saranno inseriti immediatamente nel sistema, i pensionati verranno richiamati. Non solo. Si prevedono investimenti anche per nuove strutture e per acquistare dispositivi. Le Regioni che non sfrutteranno le possibilità di far crescere il loro sistema, potranno essere commissariate.
La bozza di decreto legge del governo dedicato all'emergenza Covid-19 punta a rivoluzionare il volto della sanità italiana. Bisogna avere a disposizione personale che prenda in carico i malati o che segua le persone in quarantena ma che permetta anche agli ospedali di lavorare in massima sicurezza. Sono troppi i casi di intere unità operative bloccate a causa di pazienti colpiti dal coronavirus intercettati troppo tardi. Camici bianchi e infermieri, che non si sono protetti contro il rischio di contagio o per stanchezza o per mancanza di informazioni da parte degli assistiti, sono costretti all'isolamento a casa. "Gli operatori rischiano il contagio, o vengono proprio contagiati, perché non è ancora stata dichiarata dall'Oms la pandemia – spiega Marcello Tavio, il presidente della società scientifica degli infettivologi – In quel caso qualunque paziente con sindrome respiratoria verrebbe trattato dagli ospedali come un caso di coronavirus, e i rischi per chi lavora in ospedale sarebbero più bassi".
Il dl darebbe una svolta mai vista al sistema sanitario. Di potranno "conferire incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, di durata non superiore a sei mesi, prorogabili in ragione del perdurare dello stato di emergenza ad infermieri, operatori socio sanitari e a medici specialisti, in anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore, malattie dell'apparato respiratorio, malattie infettive e tropicali, medicina d'emergenza urgenza, medicina interna, malattie dell'apparato cardiovascolare, radiodiagnostica, igiene e medicina preventiva e specializzazioni equipollenti". Si possono così arruolare anche gli specializzandi "iscritti all'ultimo e al penultimo anno di corso delle medesime scuole di specializzazione". Non solo, se non si può pescare nelle graduatorie, finché dura l'emergenza le Asl possono "conferire incarichi individuali a tempo determinato, previo avviso pubblico, a medici in possesso dei requisiti previsti dall'ordinamento per l'accesso alla dirigenza medica nonché ad infermieri ed operatori socio sanitari".
La selezione avverrà per titoli e colloquio. "Allo scadere dei due anni gli infermieri e gli operatori socio-sanitari, ove non abbiano ricevuto una valutazione negativa sono inquadrati a tempo indeterminato". In questo modo il rinforzo del sistema sarebbe strutturale. Anche i medici di famiglia e di guardia potranno essere arruolati provvisoriamente tra i laureati che fanno i corsi di formazione specifica. Per i prossimi anni, infine, saranno aumentate le borse di specializzazione.
Riguardo alle strutture, le Regioni potranno "attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all'interno che all'esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, per la gestione dell'emergenza Covid-19". Se c'è bisogno di letti, "il prefetto può requisire strutture alberghiere" dove mettere le persone che non possono fare la quaranta a casa. Riguardo ai dispositivi, saranno erogati finanziamenti per la produzione di quelli non disponibili sul mercato. Se hanno di strutture sanitarie, le Regioni possono fare contratti con privati non accreditati e sospendere l'attività ambulatoriale e ospedaliera non urgente.
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