суббота, 7 марта 2020 г.

Borghi: “Il premier era nell’angolo ha enfatizzato per uscirne. Noi in calo? Non guardo i sondaggi”

Claudio Borghi, presidente della Commissione bilancio della Camera, chiedendo 30 miliardi voi della Lega non l’avete sparata grossa?
«È il minimo invece. La Corea del Sud, la cui economia è due terzi dell’Italia, ha stanziato 25 miliardi. Per salvare il Monte dei Paschi si trovarono 20 miliardi in una notte».

Calenda vi accusa di vaghezza, perché manca il dettaglio delle proposte.

«Intanto va dato un segnale alle Borse che lo Stato intende sostenere un’economia che rischia il collasso. Ma una risposta forte, non una cifra «meglio di niente»».

E come vengono fuori i 30 miliardi?
«Dall’azzeramento del saldo primario, la differenza cioè tra quello che lo Stato incassa come tasse e ciò che spende».

Lei su Twitter ha cannoneggiato per giorni contro il premier. Cosa avrebbe fatto al posto suo?
«Non avrei sparso il panico a reti unificate, domenica 22 febbraio. Così siamo diventati gli untori del mondo».

Ma l’emergenza purtroppo è reale.
«Si poteva gestire senza alcuna spettacolarizzazione. I nostri numeri derivano dalla decisione di fare i test a tappeto, a differenza degli altri Paesi. La verità è che il contagio era già dappertutto, solo che gli altri si sono ben guardati dal dirlo, a cominciare dagli Usa. E così ora la Cnn può fare le cartine con le quali sembra che il virus sia scoppiato in Italia e non in Cina».

Gli altri sono stati più furbi?
«Temo di sì. Noi invece abbiamo gridato subito al lupo».

Siamo un popolo emotivo. La politica rispecchia la società.
«Ho capito, ma bastava fornire i dati con un sobrio comunicato, non andare dalla D’Urso e fare il giro dei talk. Conte e Casalino lo hanno fatto per scelta».

Per scelta?
«Sì, si sentivano alle corde. Enfatizzare questa emergenza è stato un modo per uscire dall’angolo. E il premier ha pure attaccato la sanità lombarda, dando la colpa ai medici di Codogno. Non si fa».

Lei l’ha chiamato per giorni Cadornicchio.
«Acqua passata. Ora m’interessa di più trovare soluzioni».

Salvini ha insultato Conte su El Pais, la Meloni in diretta tv, Mattarella ieri ha sgridato anche voi.
«Posto che non tutto quello che dice il presidente della Repubblica è il Vangelo, non credo ci abbia sgridato, il suo messaggio è condivisibile: il momento è complicato, bisogna stare tutti uniti».

Ma l’opposizione, lei in testa, non ha dato l’impressione di essere particolarmente responsabile in questa fase senza precedenti. E ora i sondaggi danno la Lega in calo.
«Mah, io i sondaggi non li ho mai guardati. Noi in realtà abbiamo sempre espresso critiche mirate e fatto proposte concrete. E Conte è parte del problema».

Ma è il governo che decide, ha ammonito il Capo dello Stato.
«Siamo d’accordo. Ma è come con le sentenze dei giudici: si rispettano, ma si possono anche criticare. E i 7,5 miliardi stanziati sono niente di fronte a questa catastrofe. Ci sono gli alberghi e i negozi vuoti».

Cosa pensa della battuta di Zaia sui topi?
«Si è scusato. Ma perché amplificarlo, addirittura con i sottotitoli in cinese?»

Fontana con la mascherina?
«Povero, era sotto stress, all’interno di un focolaio. Magari è stato ingenuo, ma, al contrario di Conte, non aveva nessuna intenzione di allarmare».

Salvini col tagliere le sembra in posa da statista?
«Voleva tranquillizzare tutti: «Venite in Trentino, ci sono bei posti, buon cibo». Era uno spot contro il crollo delle prenotazioni».

In una situazione fuori dall’ordinario non servirebbero meno slogan sui social?
«Non sto dicendo che è semplice uscirne. Dico che si muore anche di miseria, non solo di virus, perciò la somma prevista dal governo è ridicola».

La Lega aveva chiuso i porti. E ora le frontiere sono sbarrate per noi.
«Noi i porti li avevamo chiusi per i clandestini. Mai chiuse le frontiere ai cittadini di una nazione. Chi è davvero il razzista?»

Cosa prova di fronte alle immagini drammatiche che arrivano da Lesbo?
«Che dare retta ai ricattatori non è mai una buona idea, e che nessuno ha mai la risposta alla domanda: quanti ne possiamo accogliere».

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