пятница, 14 августа 2020 г.

Termini Imerese, la fabbrica incompiuta. Il rilancio di Blutec con l’auto elettrica (mai partita)

Termini Imerese, la fabbrica incompiuta. Il rilancio di Blutec con l'auto elettrica (mai partita)Termini Imerese, la fabbrica incompiuta. Il rilancio di Blutec con l'auto elettrica (mai partita)
L'ex stabiimento Fiat di Termini Imerese (Palermo)

Per l'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese non c'è mai stato davvero un futuro nell'automobile, tantomeno in quella elettrica. Ora, per evitare l'abbandono totale di ogni prospettiva industriale, i commissari straordinari puntano sull'economia circolare. Niente più auto, dunque. D'altronde non esce un auto dall'impianto ormai da nove anni. L'ultima speranza nel settore automotive era stata riposta in Metec-Blutec, il gruppo del torinese Roberto Ginatta, 73 anni, storico fornitore del gruppo automobilistico e molto vicino ad Andrea Agnelli, che in pochi giorni a dicembre 2014 subentrò nell'impianto siciliano dando l'ennesima speranza a circa mille lavoratori in cassa integrazione. È finita male anche quell'avventura.

La crisi di Blutec

Il gruppo Blutec, entrato in crisi nel 2019, è stato posto in amministrazione straordinaria lo scorso giugno sotto il peso — secondo fonti vicine al dossier — di 356 milioni di debiti di cui oltre 70 verso l'Erario e l'inps. Ginatta, arrestato per la seconda volta, è stato posto in custodia cautelare (e il figlio Matteo Orlando ai domiciliari) per bancarotta fraudolenta, riciclaggio, autoriciclaggio, nell'inchiesta condotta dalla procura di Torino. Il piano industriale prevedeva due fasi: prima la componentistica, poi due auto ibride. Solo che non era una scommessa. Era solo «marketing». A rivelarlo, nei verbali dell'inchiesta, gli stessi manager del gruppo Fca che era il committente principale di Blutec in Sicilia.

I top manager Fca

«A metà dicembre del 2014 l'operazione Grifa fallisce, così come appreso telefonicamente dal dottor (Domenico) Arcuri di Invitalia e il dottor Castellano del Mise», dichiara al nucleo valutario di Palermo della Guardia di Finanza il 27 giugno 2019 un top manager del gruppo Fca come Diego Pistone, all'epoca dei fatti amministratore delegato di Fca services scpa e di Sadi spa. «Contestualmente mi viene comunicato che al posto di Grifa si è proposta la Blutec», storico fornitore della Fiat. «Analoga comunicazione arriva poi dal viceministro (Claudio) De Vincenti ad Alfredo Altavilla, che all'epoca era dg di Fca Italy». Era fondamentale che arrivasse subito un nuovo candidato: serviva per tenere aperta la cassa integrazione, che scadeva a fine anno. L'impianto passa da Fca a Blutec per 1 euro. E Invitalia finanzia per 16 milioni (su 21 stanziati) il nuovo proprietario di Termini Imerese. Ginatta, nel suo memoriale presentato lo scorso 21 luglio per chiedere la scarcerazione, dichiara che «l'iniziativa di rilevare Termini fu caldeggiata da Fiat, storico ed esclusivo cliente del Gruppo Metec».

«Un progetto minore, di marketing»

Monica Genovese, responsabile degli acquisti per la regione Ema del gruppo Fca, sentita insieme con Pistone, spiega quale fosse l'idea industriale: elettrificare il Doblò, a partire da marzo 2017. «L'iniziativa prevedeva bassissimi volumi di produzione, circa 6.850 unità da produrre in tre anni», chiarisce Genovese. «Bisognava prendere l'attuale modello e renderlo elettrico, era una soluzione "ponte" anche di marketing, se vogliamo, in attesa di avere una nostra gamma elettrica nei nostri stabilimenti Fca». E sottolinea: «Avevamo scelto Blutec perché il progetto di elettrificazione che proponevano era stato valutato tecnicamente positivo e anche per dare un segnale di positività per Termini Imerese. Evidenzio che l'iniziativa non era assolutamente finalizzata a creare utile, era un progetto minore e a basso rischio in termini finanziari volto ad evidenziare una propensione all'utilizzo di risorse energetiche alternative, quindi per fini di marketing». Per Ginatta comunque i contratti già firmati con Fca valevano «circa 182 milioni».

La strategia di Marchionne

In quella fase — nel 2015 — Fca non credeva ancora nello sviluppo dell'auto elettrica, in questo senso si chiarisce l'intervento sulla trasformazione del Doblò. Ancora a ottobre 2017 il ceo Sergio Marchionne nel discorso per la laurea honoris causa a Rovereto parlò dell'elettrico come «arma a doppio taglio». Nel 2018 Fca cambierà radicalmente strategia investendo 9 miliardi di euro per lo sviluppo di 30 modelli elettrici e ibridi a livello mondiale; sul mercato italiano ci sono adesso la Panda ibrida, la 500 ibrida e la Y ibrida, e con il marchio Jeep la Renegade e Compass ibride. E sono state annunciate la produzione di due Maserati elettriche a Torino e una Alfa a Pomigliano.

Tre anni di ritardo

Solo a gennaio 2018 — cioè dopo tre anni dall'arrivo di Ginatta in Sicilia — Blutec e Fca cominciano a «lavorare sulla struttura del contratto». La previsione era di cominciare a produrre a dicembre 2018. Ma a ottobre Fca comunica a Blutec che «i target tecnici e qualitativi» del progetto non sono stati ancora raggiunti – continua Genovese. «Ad oggi (giugno 2019, ndr) non è stato ancora prodotto un mezzo Doblò elettrificato da Termini Imerese, nonostante siano stati creati alcuni prototipi. Attualmente il progetto è sospeso». Insomma, tre anni persi, Blutec inadempiente verso Fca e nessuno sviluppo industriale da parte di Ginatta, il quale tuttavia rivendica nel memoriale di aver pagato stipendi per 14-15 milioni di euro da gennaio 2015 a marzo 2019 (quando scattò l'amministrazione giudiziaria) ai dipendenti di Termini Imerese e lamenta di essere entrato in corsa nel piano industriale del vecchio candidato a rilevare lo stabilimento, ricavandone «ben pochi benefici, ma anzi grandi pregiudizi economici e finanziari».

«Progetti velleitari»

Di progetti «per lo più velleitari e destituiti dei necessari presupposti tecnico-economici indispensabili per un effettivo rilancio del sito» parla Giuseppe Glorioso, commercialista palermitano, prima commissario giudiziario di Blutec da marzo 2019 e poi nominato dal Mise nella terna dei commissari straordinari, citando per esempio quello del motorino elettrico per le Poste Italiane, anch'esso mai decollato. Il 25 ottobre 2019 alla GdF spiega che gli unici progetti avviati erano la trasformazione per l'azienda Garage Italia di Lapo Elkann di venti Fiat 500 in veicoli elettrici «denominati commercialmente Spiaggina per un turnover complessivo atteso di circa 300 mila euro, assolutamente insignificante». Un tentativo in extremis di cedere Termini Imerese al gruppo cinese dell'auto Jiayuan venne portato avanti ma il primo arresto di Ginatta nel marzo del 2019 fece saltare tutto.

Ginatta: le spinte di Landini e del Mise

Ginatta nel memoriale spiega che «la riconversione dello stabilimento all'elettrico (fu) caldeggiata dai sindacati negli incontri al Mise e soprattutto da (Maurizio) Landini», che allora era il segretario generale della Fiom, e oggi lo è della Cgil. «Anzi a dirla tutta fu proprio Landini che nelle riunioni al Mise spinse forte sull'elettrico perché garantiva maggiore occupazione e il viceministro (Claudio) De Vincenti diede il suo benestare a questa svolta sull'elettrico di Termini, promettendo, come ho già detto, una rapida modifica dello schema di finanziamento per adattarlo a questo tipo di intervento industriale. Poi, caduto il Governo Renzi, la rimodulazione fu sempre rinviata a data da destinarsi».

Le indagini, i soldi distratti

Contemporaneamente però avvengono le operazioni finanziarie oggi sotto la lente dei pm Laura Longo, Francesco Pelosi e Vito Destito. Secondo i pm Ginatta versa aumenti di capitale in Blutec e poi li ritira, finanzia le società di famiglia come la Due G srl, affida consulenze ai figli, distrae 16,5 milioni di euro di finanziamenti pubblici ottenuti da Invitalia per la riconversione dell'impianto siciliano. Quando la crisi è già evidente Fca, che da Blutec compra parti importanti per le auto, subentra ai fornitori di Ginatta per evitare che si interrompa la catena della componentistica: li paga direttamente, poi fattura alla Blutec. Risultato? L'indebitamento verso Fca esplode fra il 2018 e il 2019 a 35 milioni di euro. I magistrati contestano inoltre a Ginatta anche l'acquisto di biglietti per le partite della Juventus per 185 mila euro. «I posti allo Juventus Stadium sono abbonamenti annuali che rientrano nella politica di marketing, una prassi commerciale diffusissima», replica Ginatta. Ma un faro viene anche acceso dagli inquirenti su un'operazione finanziaria che avviene in contemporanea al prestito di Invitalia. Metec-Blutec entra a fine 2015 in un fondo per startup appena lanciato dalla stessa Invitalia, Fondo Italia Venture I, versando 1,5 milioni e impegnandosi ad arrivare fino a 5 milioni. Nel fondo investono anche Cisco e Fondazione Sardegna, Mise e Bei.

I commissari straordinari al lavoro

Nel frattempo a Termini Imerese la cassa integrazione va avanti da circa nove anni, per circa 670 persone. E i tre commissari – Giuseppe Glorioso, Fabrizio Grasso e Andrea Filippo Bucarelli – stanno cercando un'ultima destinazione per l'impianto di viale Primo Maggio (quello che una volta era intitolato al Senatore Giovanni Agnelli). Il nuovo bando dei commissari verrà presentato il 5 ottobre, non solo per Termini Imerese ma anche per le altre realtà del gruppo, compresa lo stabilimento di Atessa (ora in affitto), la controllata Ingegneria Italia. E, soprattutto, per i 1.200 dipendenti del gruppo presente in tutta Italia. Un interesse concreto, esclusivamente per lo stabilimento siciliano, sembra essere quello di Smart City Group, un consorzio che ha presentato la manifestazione di interesse per la creazione di un polo tecnologico per l'economia circolare e la mobilità elettrica. Il consorzio riunisce 15 aziende di tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, attive nei settori ambientale e trattamento delle acque, agricoltura, produzione di energie rinnovabili, green mobility, Ict e sistemi di storage. La nuova speranza di una fabbrica rifiutata, ora, è nei rifiuti.

Resta la domanda di fondo: se un manager come Sergio Marchionne, considerato unanimemente il miglior manager d'auto al mondo, decise si sacrificare Termini Imerese tra le pedine del suo impero ormai globale per mancanza di opportunità, perché in Sicilia si è insistito pervicacemente nel volere fare auto, per di più elettriche?

Source: Corriere.it

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