воскресенье, 5 июля 2020 г.

Donne, la storia trascurata: la collana con il «Corriere»

Che razza di categoria è «donne», accanto a collane di libri dedicate a scrittori, filosofi, economisti, musicisti, magari cuochi? Paradossalmente è proprio questo dubbio che crea l'esigenza di un'iniziativa dedicata. Un po' come le quote rosa: non ci piacciono, ma finché ai signori che siedono in qualsiasi consesso in cui si decide non verrà in mente che tra di loro devono esserci anche donne, bisogna applicarle. Per un principio di equità. Ma anche perché così, ormai è provato, le cose vanno meglio. E perché il mondo non può più permettersi di sprecare metà del suo talento.

La copertina del libro «Marie Curie» di Stefania Podda in regalo il 7 luglio con il «Corriere»
La copertina del libro «Marie Curie» di Stefania Podda in regalo il 7 luglio con il «Corriere»

Per questo è bene rifare la lista delle donne che hanno cambiato la storia. Quello vero, di elenco, è lunghissimo e ancora abbastanza inedito. Ma già uno sintetico aiuta. Per esempio, a capire che le ragazze, oggi, non partono da zero. Ma viaggiano sulle spalle di giganti. E che quelle giganti (anche il termine «gigantesse» ha il suo fascino) non hanno soltanto posto le premesse della parità. Hanno anche schiuso le porte di nuovi mondi. Maria Montessori ha cambiato la pedagogia. Marie Curie, con gli studi sulla radioattività (che le sono valsi due Nobel, per la Fisica nel 1903 e la Chimica nel 1911), ha rivoluzionato la scienza. Madre Teresa di Calcutta ha reinventato i doveri verso gli ultimi. Emmeline Pankhurst ha imposto le donne nell'agenda politica. E Indira Gandhi ha dimostrato che potevano guidare un grande Paese anche senza essere nate con una corona in testa.

Comunque, non c'è bisogno di rivoltare il mondo come un calzino (cosa che peraltro Rosa Luxemburg avrebbe fatto volentieri) per essere «grandi». Soprattutto l'essere nate con la corona in testa non è mai stata garanzia di nulla, visto che gli uomini sono riusciti a inventarsi di tutto, dalle gerarchie celesti alle leggi saliche, per impedire che le donne salissero sul trono. Il bello è che molti di loro sono saliti e rimasti in sella proprio perché dietro le quinte agiva una donna: Agrippina è il caso più clamoroso, non solo per il figlio Nerone, ma per lo zio-marito Claudio; Caterina de' Medici tenne le redini della Francia, in successione, mentre suo marito Enrico II combatteva, suo figlio Francesco II si allenava a fare il re, l'altro figlio Carlo IX diventava grande e il fratello Enrico III lo sostituiva sul trono.

Eppure, l'ostinazione a non concedere il potere alle donne si scontra con l'evidenza che l'hanno esercitato da sempre. La collana del «Corriere», che inizia il 7 luglio con Marie Curie, include la celebre Cleopatra. Ma l'Egitto si era concesso sovrane ben prima. Certo, poi ci fu chi, come Caterina II di Russia, lo scettro se lo prese da sola e fece benissimo: il marito, Pietro III era un pericoloso incapace. E ci fu chi, come la regina Vittoria, lo trovò quasi per caso ma seppe farne buon uso.

Merito anche di chi l'aveva preceduta secoli prima, Elisabetta I, vero genio della politica. Figlia di Enrico VIII e della sua seconda moglie, Anna Bolena, Elisabetta salì sul trono inglese nel novembre 1558 e regnò 45 anni. Subì pressioni di ogni sorta perché si sposasse, garantendo così un erede alla corona, ma aveva capito che un matrimonio non avrebbe messo in discussione solo il suo potere, ma l'indipendenza dell'Inghilterra (se avesse sposato un rampollo di qualche altra dinastia regnante) o la sua pace interna (se avesse sposato un nobile locale). E così si inventò un'immagine geniale, quella di «regina vergine», che le permise di stabilire alcuni principi fondamentali: che lei incarnasse in modo totale ed esclusivo la sovranità e che il diritto di regnare le venisse da Dio e non dal fatto di essere madre di futuri re. E che il suo nubilato (condito di tempestose storie d'amore e sesso) ne facesse la sposa e la madre di tutti i suoi sudditi, garante del patto tra il popolo e il trono e tra questo e il cielo, visto che era pure capo della Chiesa anglicana.

Elisabetta e le altre protagoniste della collana del «Corriere» sono state grandi donne: in campi diversi, dalla pittura, come Artemisia Gentileschi, alla poesia, come Saffo. Ricordarne il peso, il ruolo e il valore, serve anche a puntualizzare che l'importanza delle donne del passato non sta nel riempire, con biografie mirabolanti, i buchi lasciati «generosamente» liberi nella storia ufficiale maschile. Ma significa ribaltare la prospettiva: quella che ci è stata raccontata finora non è la «Storia». È una delle storie. Anche solo narrando le difficoltà che tutte queste donne incontrarono, si scardina l'idea che l'umanità sia stata una sorta di cera molle su cui pochi vincitori e molti vinti, tutti maschi, hanno lasciato la loro impronta indelebile.

La storia è sempre stata più complessa, conflittuale e contraddittoria di quanto si tende a pensare. E le donne, abituate a sfruttarne ogni crepa per respirare un refolo di libertà, ne sono le più straordinarie maestre di spariglio. In attesa — e il momento è giunto — che vengano più equamente ridistribuite le carte.

Il 7 luglio in regalo il libro su Marie Curie, vincitrice di due Nobel

Ci sono figure di tutti i generi nella collana di biografie inedite «Grandi donne della storia» che comincia con il volume Marie Curie di Stefania Podda, in regalo con il «Corriere della Sera» martedì 7 luglio. Regine come Cleopatra, Caterina de' Medici, Elisabetta I d'Inghilterra; combattenti per una causa, come Giovanna D'Arco, Rosa Luxemburg, Emmeline Pankhurst; intellettuali e artiste come Maria Montessori, Saffo, Artemisia Gentileschi, Simone de Beauvoir, Maria Callas. In tutto 25 ritratti (nel grafico a destra i primi 20 titoli). La serie curata dalla storica Barbara Biscotti, si propone di fornire un panorama ampio delle presenze femminili che hanno contrassegnato diverse epoche con il loro contributo di natura politica o culturale. Si parte con Marie Curie, il cui nome all'anagrafe era Maria Skłodowska: si tratta di una personalità davvero eccezionale, nata nel 1867 in un Paese arretrato come la Polonia sotto il dominio zarista, per come riuscì a realizzare in Francia il sogno di dedicare la propria vita agli studi scientifici, vincendo due premi Nobel (1903 e 1911). Colpisce profondamente il gran numero di pregiudizi e ostacoli che dovette affrontare, prima con l'appoggio del marito Pierre Curie, morto tragicamente nel 1906, e poi da sola, circondata da una società che la guardava con diffidenza perché donna, ma anche perché straniera. Il secondo volume della collana, che dal 14 luglio sarà in vendita (come tutti i titoli successivi) al prezzo di € 6,90 più il costo del quotidiano, è Maria Montessoridi Gabriella Seveso. Seguiranno: Cleopatradi Barbara Biscotti (21 luglio); Caterina II di Russia di Stefania De Nardis (28 luglio).

3 luglio 2020 (modifica il 3 luglio 2020 | 21:23)

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Source: Corriere.it

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