понедельник, 29 июня 2020 г.

Piccione con un ago conficcato in testa: salvato e operato, presto tornerà in libertà

Era stato avvistato da una decina di giorni, passeggiare vicino al laghetto del Parco della Villa Reale di Monza. Un piccione con un ago conficcato nel capo, che lo attraversava da parte a parte. A salvarlo, dopo vari tentativi di immobilizzarlo e diverse segnalazioni sui social, sono stati mercoledì 24 giugno Said Beid, addestratore cinofilo, Antonello Garbini e Anna Fossati, che per giorni si sono recati nell'area per individuare l'animale. «Oggi sono riuscito a recuperarlo, affinché possa essere curato e possa tornare libero sperando che non si verifichino più tali incidenti o, se vogliamo, tali nefandezze», ha scritto Beid su Facebook.

Come è stato messo in salvo

«Dopo aver ricevuto diverse segnalazioni, per molti giorni mi sono recato al laghetto e ho notato che c’erano due gruppi di piccioni, che scendevano dagli alberi per mangiare a orari diversi. Ho osservato le loro abitudini, recandomi ogni mattina alle 7 sul posto, all’apertura del parco», racconta Beid al Corriere della Sera. «Il piccione con l’ago in testa aveva l’abitudine di scendere tre volte al giorno per cibarsi, mantenendo le distanze dagli altri «amici», forse spaventato, forse anche per evitare che qualcuno lo sfiorasse. Ho lavorato con tranquillità, dopo che curiosi e guardie ecologiche hanno capito quale era la mia «missione«. Un pomeriggio ho costruito due gabbie, ho aspettato che gli altri animali si allontanassero e quando ho visto scendere «il mio amico» dall’albero, riconoscendolo anche grazie a un suo compagno di colore bianco, ho inserito del cibo nella gabbia e sono riuscito a catturarlo». Quello che è stato fatto a questo animale è «una crudeltà assoluta. L’ago di 9 centimetri gli sfiorava l’occhio. Chi fa una cosa simile — conclude Beid — chissà quante altre crudeltà ha già commesso contro la natura. Terminati gli antibiotici, domenica lo libereremo. E gli metteremo un anello di riconoscimento in modo da poter tornare a trovarlo». Il piccione è stato subito portato alla Clinica Veterinaria Villoresi di Monza dove è stato sottoposto a un intervento per estrarre l'ago. Nei prossimi giorni verrà rimesso in libertà.

«Non avrei potuto fare lavoro più bello»

«Purtroppo, non è la prima volta che capitano certe situazioni… sono contenta che "Dardo" (così ho chiamato il mio paziente sfortunato) abbia avuto anche un ruolo importante come portavoce e testimone di una crudeltà che è ben presente ma che a volte passa inosservata», racconta al Corriere della SeraValeria Pellegrino, il veterinario che si è occupato dell'operazione insieme alla collega Veronica Papalina. Il paziente «è arrivato in una situazione critica ma stabile, con un dardo conficcato nella calotta cranica, che lo attraversava dall'osso frontale all'occipitale. Per miracolo — spiega — non sono stati coinvolti l'encefalo, i vasi o le altre strutture importanti». L'intervento è stato effettuato dopo aver controllato la posizione del corpo estraneo mediante una radiografia: «Si è quindi proceduto con un'anestesia generale gassosa, e la rimozione è stata delicatissima. Il rischio — evidenzia la dottoressa Pellegrino — era la frantumazione delle ossa del cranio o che si verificassero delle emorragie, con ovvie complicazioni». L'intervento si è concluso in maniera ottimale ma — conclude — «fino a quando il piccolo "Dardo" non ha riaperto gli occhi siamo state tutte con il fiato sospeso. L'emozione è sempre grande quando un paziente critico apre gli occhi e ti fissa spaurito…. Insomma, è qualcosa di impagabile e credo di non riuscire a spiegarlo a parole, bisognerebbe provarlo; ogni volta che succede mi ripeto che non avrei potuto fare lavoro più bello».

25 giugno 2020 (modifica il 25 giugno 2020 | 19:55)

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Source: Corriere.it

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