понедельник, 29 июня 2020 г.

Mini-stagione per rinascere:così il pubblico torna alla Scala

Mutuando le parole da un programma televisivo, potremmo chiamare le prossime quattro aperture estive della Scala «Prima della prima», oppure «preludi». La ripartenza del Teatro resta fissata per il 3 settembre, quando nel Duomo di Milano Riccardo Chailly dirigerà l'orchestra nel Requiem di Verdi in memoria delle vittime del Coronavirus. Intanto, nei primi quindi giorni di luglio, la Scala farà quattro spettacoli a ranghi ridotti, quasi delle prove di riapertura. «Abbiamo riaperto il museo teatrale – esordisce da Vienna il sovrintendente Dominique Meyer -, ma ora è tempo di rivedere il teatro e qualche artista». E così, mentre il personale resta in cassa integrazione (e ferie) sino a settembre, la Scala avvia quattro serate in teatro per 600 persone. Saranno concerti di 75 minuti senza pausa. Bar e guardaroba chiusi. Entrata e uscita separati e ogni spettatore dovrà attenersi a un protocollo, mantenendo la mascherina sino al raggiungimento del posto. Nei palchi ci sarà la possibilità di stare in più di due se appartenenti al nucleo familiare. Prezzi: 48 euro per platea e palchi, 24 in galleria. Prevendita abbonati in corso e da domani, alle 11,biglietti per tutti (massimo due a spettatore).

Il 6 luglio, dopo 133 giorni di chiusura, il baritono Luca Salsi, che riapre anche l'Opera di Roma con Rigoletto, eseguirà arie d'opera alle quali si aggiungono i Sonetti del Petrarca di List con la pianista Beatrice Rana e il violoncellista Mischa Maisky. Mercoledì 8 luglio l'altro protagonista maschile dell'ultima Tosca, Francesco Meli, dividerà il palco con il soprano Federica Lombardi (allieva dell'Accademia e futura Donna Elvira diretta da Currentzis a Salisburgo), la violinista Patricia Kopatchinskaja e al pianoforte Giulio Zappa. Il concerto del 13 luglio è dedicato alle nuove voci dell'Accademia della Scala. Mercoledì 15 tornano in teatro gli orchestrali della Filarmonica che rieseguiranno alcuni dei 24 concerti da camera organizzati nei cortili della città il 26, 27 e 28 giugno. Soddisfatto il sovrintendente. «Abbiamo pianificato la riapertura con gli specialisti dell'Ospedale Sacco e sono stato contento di poter ospitare 600 spettatori, mentre a Vienna ce ne sono stati un centinaio. Sono tranquillo perché a Milano c'è molta disciplina». Ma perché non manifestazioni all'aperto? «Ci vuole prudenza, ne stiamo discutendo. Non vorrei creare un incidente con un concerto come causa. Non bisogna confondere Milano con altre zone, la situazione in Italia non è omogenea. Abbiamo preparato protocolli di rientro e in estate faremo lavori di messa a punto del palcoscenico, con rinnovo di parte del pavimento».

Nessuna rivoluzione sul modello della Fenice (con orchestra in sala e spettatori sul palco); quanto allo streaming «lo faremo – dice Meyer -, ma alla Scala non c'è ancora un sistema permanente. Lo streaming ci vuole per mantenere una presenza mondiale; nel prossimo anno prevediamo due terzi in meno di spettatori dall'estero». La «vera» apertura a settembre, prima il Requiem con Tamara Wilson, Elina Garanca, Ildar Abdrazakov e Meli poi la Nona di Beethoven (5 settembre) con Krassimira Stoyanova. «A seguire, stiamo ristrutturando il programma. Si prevedevano Traviata e Aida in storici allestimenti, ma richiedono un coro non compatibile con le regole di distanziamento». La sua reazione in questi mesi? «Il mio primo atto è stato chiudere il teatro e annunciare che la recita del Trovatore era stata cancellata. Per me è un periodo difficile, io amo lavoro in squadra… ci siamo aiutati con l'elettronica».

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29 giugno 2020 (modifica il 29 giugno 2020 | 18:13)

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Source: Corriere.it

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