Il cellulare e la scheda telefonica italiana che conteneva, le sneakers, il colore della stoffa dei pantaloni. Tutti questi elementi fanno pensare che sia proprio lui, un ragazzo di vent’anni di Massa, il pilota morto a bordo del piccolo Piper rubato da ua scuola aerea di Perpignan, in Francia e precipitato qualche notte fa a Corneilla del Vercol.
Da giorni la polizia francese stava cercando di risalire all’identità del pilota, unico a bordo dell’aereo: decollato la notte del 24 febbraio alle 23 in condizioni meteo difficili e senza aver comunicato a nessuna autorità il piano di volo. Ha volato per quattro ore sulla cittadina francese dei Pirenei, a bassa quota, con numerosi giri, prima di andare a schiantarsi al suolo probabilmente per aver finito il carburante, nelle prime ore del giorno successivo. I soccoriroei arrivati alle 3 del 25 febbraio hanno trovato tra le lamiere del piccolo aereo finito in un campo vicino alle case di Corneilla del Vercol, paesino a dieci chilometri da Perpignan, il corpo già senza vita del pilota.
Giovanissimo e senza documenti.
La polizia francese ha cominciato ad indagare e nei giorni scorsi si è messa in contatto con quella di Massa per svolgere alcuni accertamenti. Il fatto è che stando alle indagini, il ventenne toscano che si era allontanato dalla casa in cui vive con i genitori nei primi giorni della settimana dicendo di voler abbandonare la scuola e di voler andare all’estero a cercare lavoro, non ha un brevetto da pilota. Al massimo una passione per gli aerei. E, scrive Le Figaro, doveva essere un pilota esperto quello al comando del Piper PA-44/180 decollato nel buio della notte e con un vento che spirava a raffiche da cento all’ora. Insomma sono diversi ancora i punti da chiarire in questa tragedia. Di certo si sa che la famiglia del ragazzo aveva presentato una denuncia di allontanarmento volontario a metà settimana perchè i genitori non riuscivano a mettersi in contatto con il figlio, avevano perso le tracce non appena lui aveva varcato il confine con la Francia.
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