воскресенье, 1 марта 2020 г.

Tredicimila rifugiati verso l’Europa Erdogan: «Non chiuderemo le porte»

Una fiumana di migranti i si sta ammassando al confine con la Grecia e la Bulgaria. Sono decine di migliaia dopo che Ankara, due giorni fa, ha annunciato l'apertura delle frontiere. Lo hanno constatato i giornalisti sul posto. Provenienti da Istanbul, i migranti, tra cui siriani, afghani e iracheni, marciano in fila indiana attraverso i campi verso il valico di frontiera di Pazarkule. Ma alcuni raggiungono l'isola di Lesbo sui gommoni o attraversano il fiume Kastanies per raggiungere il confine. Atene ha allertato l'esercito e chiuso i valichi. «Ieri ci sono stati 9.600 tentativi di violare le nostre frontiere ma li abbiamo respinti con successo» ha detto il vice ministro della Difesa Alkiviadis Stefanis alla Skai TV.

La vendetta

Recep Tayyip Erdogan rivendica la sua vendetta contro l'Ue, che accusa di averlo abbandonato nella crisi in Siria, dove il totale dei soldati di Ankara uccisi in poco più di 24 ore è salito a 34: «Che cosa abbiamo fatto ieri (venerdì 28 febbraio ndr)? Abbiamo aperto le porte. Non chiuderemo quelle porte. Perché? Perché l'Europa deve mantenere le promesse».

I numeri

Per le Nazioni Unite i rifugiati in marcia per raggiungere l'Europa sono «almeno 13mila» mentre il ministro dell'Interno turco Süleyman Soylu, in tweet, parla di «76358 persone che cercano di lasciare il Paese passando per Edirne» . «La maggior parte di coloro che si spostano sono uomini, ma stiamo anche vedendo molti gruppi familiari che viaggiano con bambini piccoli» ha dichiarato il capo della missione turca dell'Iom Lado Gvilava. Gli autobus sono partiti a frotte verso la provincia frontaliera di Edirne, dove i profughi provenienti sopratutto da Siria, Iraq e Afghanistan vengono fatti scendere per proseguire a piedi verso le barriere di separazione o il confine naturale del fiume Evros. Sabato, per il secondo giorno la polizia greca ha usato gas lacrimogeni per respingere i profughi, che hanno risposto con lanci di pietre. L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sta distribuendo cibo e altre forniture di base, ma con temperature che scendono vicino al gelo «siamo preoccupati per queste persone vulnerabili che sono esposte agli elementi».

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La preoccupazione dell'Europa

L'allarme nell'Ue si fa sempre più forte. «Una situazione come quella del 2015 deve essere evitata», ha dichiarato il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ricordando le ondate di centinaia di migliaia di migranti che giunsero attraverso la Turchia prima dell'accordo del marzo 2016.

1 marzo 2020 (modifica il 1 marzo 2020 | 09:32)

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