пятница, 6 марта 2020 г.

Sabina, il turno infinito in ospedale e la commozione per le pizze in regalo

«Sono passati dieci giorni o due anni, non capisco, non ricordo. Mi guardo allo specchio e mi vedo stanca ed invecchiata. Ognuno di noi lavora per due o per tre. Giochiamo fuori casa, posti nuovi o quasi, colleghi nuovi o quasi. Pochi riposi, non ci sono ferie o permessi, non ci sono figli o compagni». Inizia così il post pubblicato su Facebook da Sabina Baggioli, infermiera dell'ospedale di Lecco, passata dal reparto di Neurorianimazione a quello «Corona-Ria» dedicato alla rianimazione dei pazienti affetti da coronavirus, al terzo piano del Manzoni. I numeri dei ricoveri si moltiplicano di ora in ora, i turni non hanno mai fine. Un racconto che in poche righe racchiude la stanchezza, la fatica, la solidarietà.

Eppure basta una pizza donata da un’ignota benefattrice per regalare forza e speranza. Lo racconta Sabina: «Dall'inizio settimana è la prima volta che riusciamo a buttar giù qualcosa nello stomaco per cena. Ci facciamo portare le pizze, arriva il ragazzo ed esco a prenderle. Ho tolto la cuffia e la mascherina, ho i capelli in aria e puzzo di disinfettante. Il ragazzo dalle pizze mi dice: i soldi non servono, mettili pure via, una signora che aspettava la sua ordinazione ha sentito che dovevamo consegnare alla Rianimazione e ha voluto pagare lei. Ha detto di ringraziarvi tanto e vi augura buon lavoro».

L’onda della commozione supera la stanchezza. Sabina si scatta un selfie, fotografa la pizza e commenta: «Ecco un’infermiera spettinata, e che puzza di disinfettante, che si commuove con sette pizze in mano davanti a un ragazzo della pizzeria Rida. Buonanotte combattenti». Conclude Sabrina. In poche ore la sua storia ha raccolta centinaia di commenti, condivisioni e like. «Ci stiamo davvero facendo in quattro e non è un modo di dire — confida Sabina contattata telefonicamente -. Siamo a totale disposizione. La situazione, anche organizzativa, si evolve di ora in ora. La solidarietà è la ricetta migliore in questo momento. Le chiedo di cuore di ricordare la piaga che ci affligge da anni, la carenza di anestesisti e infermieri. Chieda alla gente e a chi ci governa di non dimenticarci quando, spero prima possibile, sarà tornato tutto alla normalità», il suo appello.

6 marzo 2020 | 11:30

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