пятница, 6 марта 2020 г.

Lecco, il turno infinito dell’infermiera Sabina e la commozione per le pizze in regalo

«Sono passati dieci giorni o due anni, non capisco, non ricordo. Mi guardo allo specchio e mi vedo stanca ed invecchiata. Ognuno di noi lavora per due o per tre». Inizia così il post Facebook di Sabina Baggioli, «una infermiera di Sala Operatoria, ex Neurorianimazione, passata dall’oggi al domani in Corona-Ria», il reparto dedicato alla rianimazione dei pazienti affetti da coronavirus, al terzo piano dell’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco. 

In poche righe il racconto di giornate massacranti: «Giochiamo fuori casa, posti nuovi o quasi, colleghi nuovi o quasi — scrive l’infermiera sul social — Pochi riposi, non ci sono ferie o permessi, non ci sono figli o compagni. Dormo male, ho bisogno di aria e son sempre rinchiusa. Dall’inizio settimana è la prima volta che riusciamo a buttar giù qualcosa nello stomaco per cena».

«Ci facciamo portare le pizze, arriva il ragazzo ed esco a prenderle. Ho tolto la cuffia e la mascherina, ho i capelli in aria e puzzo di disinfettante — racconta ancora Sabina Baggioli — Il ragazzo dalle pizze mi dice: i soldi non servono, mettili pure via, una signora che aspettava le pizze ha sentito che dovevamo consegnare alla Rianimazione e ha voluto pagare lei. Ha detto di ringraziarvi tanto e vi augura buon lavoro». 

E’ una piccola parentesi, un attimo di tregua nella lotta al virus, ma è anche un momento bello, di solidarietà e compassione: «Ecco una infermiera di Sala Operatoria, ex Neurorianimazione, passata dall’oggi al domani in Corona-Ria, dopo una giornata di merda, spettinata e che puzza di disinfettante, che si commuove con sette pizze in mano davanti a un ragazzo della pizzeria Rida». Poi l’augurio, a tutti quelli che, come lei, trascorrono queste ore nella trincea della lotta al coronavirus: «Buonanotte combattenti».

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