ROMA — Se davvero il governo vuole le partite della Serie A in chiaro — gratuite per tutti gli italiani — allora deve fare un decreto legge. Solo un decreto può autorizzare la Lega Calcio a derogare alle regole che sono in campo e ai contratti. Regole e contratti che assegnano a Sky e Dazn il diritto di messa in onda delle gare e nella sola forma a pagamento.
Con una lettera di quindici righe, il presidente della Lega Calcio, Paolo Dal Pino, spiega al ministro dello Sport Sapadora perché non può permettere la trasmissione in chiaro della nostra Serie A.
Scrive Dal Pino: «Abbiamo proceduto all'approfondimento da Lei richiesto il cui esito può essere così riassunto. I diritti audiovisivi» delle gare «devono essere commercializzati» in base alle norme scritte nel decreto Melandri-Gentiloni (è il decreto legislativo 9 del 2008). Proprio questo decreto impone alla Lega Calcio di «offrire i diritti audiovisivi a tutti gli operatori della comunicazione di tutte le piattaforme attraverso distinte procedure competitive». Se queste sono le regole, la Lega Calcio non può «derogare» alla visione soltanto criptata degli eventi sportivi. La deroga, semmai, «deve essere conseguente» ad una disposizione — cioè a un decreto — del governo, sentite le due autorità di garanzia competenti a vigilare sulla vendita dei diritti televisivi (l’Antitrust e l’AgCom).
Dazn in chiaro via Internet, le partite Sky su Tv8. Visione limitata all’ItaliaLeggi articoli in italiano. Repubblica.it
Комментариев нет:
Отправить комментарий