четверг, 5 марта 2020 г.

Emergenza Bambino

La chiusura delle scuole fino al 15 marzo (ma di quale anno?) è stata accolta con serenità dalle famiglie italiane. Ci sono madri che per par condicio chiedono la riapertura dei manicomi, disposte a ricoverarvisi preventivamente, e padri che minacciano di darsi fuoco in piazza con la play-station del figlio tra le mani («Giochiamo, papà?»). Quanto alle chat dei genitori, in queste ore risultano talmente motivate che nessuno si stupirebbe se la formula del vaccino saltasse fuori proprio da lì. Si scherza, naturalmente. Però la convivenza continuata con i figli e con la raffica di compiti assegnati dai professori rappresenta un problema serio, specie se non si hanno abbastanza nonni o abbastanza soldi per pagare dei sostituti. Dice il saggio: «Trasforma il problema in opportunità». Ma forse il saggio è un eremita e ignora quanto sia difficile condividere lo stesso spazio «H24», come dicono i manager, con un bambino che vuole stare sempre con te o con un adolescente a cui invece la tua sola presenza procura brividi di fastidio. Una soluzione sembra essere la riscoperta della solidarietà: ci sono gruppi di amici che hanno deciso di assumersi a turno la gestione mattutina della prole propria e altrui. Esiste anche un'altra riscoperta possibile, quella della noia. Lasciare ogni tanto i figli a un destino di sbadigli e fantasticherie. Trascurarli per il loro bene. La noia, presa a piccole dosi, resta il miglior vaccino contro l'ansia da prestazione di tutti, genitori compresi.

5 marzo 2020, 06:57 — modifica il 5 marzo 2020 | 06:58

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