воскресенье, 8 марта 2020 г.

Coronavirus, nuovo decreto, cosa succede allo sport: il calcio non si ferma

Nonostante il nuovo decreto ministeriale urgente sul Coronavirus che riguarda la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova, Treviso; Asti e Alessandria e che verrà annunciato nelle prossime ore, il calcio e lo sport in genere non si fermeranno, a patto di giocare a porte chiuse. Al comma d dell'articolo 1 infatti si legge: «Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all'aperto senza la presenza di pubblico».

Le partite in programma quindi l'8 e il 9 marzo dovrebbero essere «regolarmente» disputate come da nuovo calendario. Sulla stessa linea del decreto del primo marzo, infatti, «le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute a effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all'aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro; si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di anticipare, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario o di ferie».

7 marzo 2020 (modifica il 7 marzo 2020 | 21:55)

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