пятница, 6 марта 2020 г.

Coronavirus e sport, dalle porte chiuse agli abbracci: ecco perché le nuove regole sembrano tristi, ma forse non sono male

6 marzo 2020 — 09:21

Le decisioni adottate per impedire il contagio non piacciono a nessuno e mettono un po' di malinconia. Ma alcune di queste potrebbero avere una loro utilità anche a emergenza finita

di Tommaso Pellizzari

È stata dura, ma ce l'ha fatta. Alla fine, anche lo sport si è adeguato alla logica del contenimento dei contagi da coronavirus, imponendosi una serie di limitazioni. Che non piacciono a nessuno e che mettono un po' di tristezza. Ma non tutte sono necessariamente un male: tanto che, in alcuni casi, si potrebbe anche pensare di tenerle in vigore quando l'emergenza sarà finita. Il caso più evidente è quello del calendario. Al primo rinvio obbligato, il mondo del calcio si è trovato di fronte al rischio concreto di non riuscire a concludere le competizioni. Di che altro ancora c'è bisogno per capire che 20 squadre in un campionato sono troppe e che è ora di ridurle (a 18 o anche a 16)?

(Ansa/Dal Zennaro)

(Ansa/Dal Zennaro)

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(Ansa/Dal Zennaro)

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6 marzo 2020 | 09:21

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