Che cosa comporterebbe la chiusura contemporanea delle scuole italiane in venti regioni?
Otto milioni e mezzo di studenti, di cui sette milioni e 682 mila iscritti alle scuole pubbliche, non andranno in classe. Sono 40.879 le scuole nel Paese che resteranno senza didattica.
Fino a quando è previsto?
L’intenzione del governo è quella di una chiusura fino a sabato 14 marzo. E di un ritorno a scuola per lunedì 16 marzo.
Per chi dovrebbe scattare il divieto di accesso?
Per ora non ci sono indicazioni nazionali, ma nelle tre regioni in cui gli istituti scolastici sono rimasti serrati (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, a cui si sono poi aggiunti Piemonte e Liguria) si è deciso di lasciare aperti gli spazi ai docenti e al personale amministrativo. I primi dovranno organizzare le lezioni a distanza, i secondi mantenere aperte le attività quotidiane che già stanno conoscendo rallentamenti (tra queste, il pagamento degli stipendi).
Con la chiusura continueranno ad essere pagati gli stipendi di docenti e Ata?
Sì.
Saranno annullate le vacanze di Pasqua?
Ad oggi non c'è alcuna indicazione contraria. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, lo ha escluso.
L'anno scolastico rischia di essere allungato?
Fino a ieri il ministero dell'Istruzione lo ha escluso.
È a rischio la Maturità?
"La ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, sostiene di avere pronto un piano per mettere al sicuro gli Esami di Stato".
Se non sarà possibile frequentare la scuola per i 200 giorni minimi, che cosa succederà?
"In un decreto già approvato in Consiglio dei ministri, e pensato per le regioni più in difficoltà, si è sottolineato il concetto di "chiusura per forza maggiore": sterilizza le assenze degli studenti dovute alle serrate per il coronavirus. Nessuno, quindi, rischia l'anno scolastico per le assenze di questo periodo in emergenza".
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