четверг, 5 марта 2020 г.

Centri commerciali deserti:  il coronavirus dimezza il giro d’affari

Il coronavirus penalizza i negozi. Ma nel mondo del commercio a subire più di tutti la nuova emergenza sono outlet e centri commerciali. Soprattutto quelli che al loro interno hanno un cinema — oggi chiuso per ridurre la diffusione del contagio — si trovano a dover rinunciare in automatico a una buona fetta di potenziali clienti. Dallo scoppio dell'emergenza sanitaria in Italia per il Covid-19 a oggi, i singoli centri commerciali su tutto il territorio italiano (quindi compreso il Centro e il Sud del Paese) hanno registrato tra meno 10% e meno 40% degli ingressi giornalieri. Questi i dati di un monitoraggio informale tra gli associati svolto da CNCC, associazione che raggruppa i proprietari dei centri commerciali e i fornitori di servizi e rappresenta circa i due terzi dei 1.200 centri presenti sul territorio nazionale.

Lo scorso fine settimana un'ordinanza ha imposto la chiusura di tutti i centri commerciali della Lombardia. Il prossimo week end l'obbligo di abbassare le saracinesche riguarderà solo le province di Lodi, Bergamo e Cremona in Lombardia e di Piacenza in Emilia Romagna. «Il vero problema non sono le ordinanze, ma la generalizzata sensazione di paura, talvolta irrazionale, che pervade il Paese. Anche i territori dove i contagi sono ridotti al minimo", lamenta Massimo Moretti, presidente di Cncc. Per gli outlet che devono gran parte del loro fatturato agli acquisti dei turisti, poi, c'è da mettere in conto anche la drastica riduzione delle presenza straniere. "Se questa situazione si protrarrà a lungo, il rischio di fallimenti e riduzioni di personale purtroppo sarà da mettere in conto", ammette Moretti. Che punta a rassicurare: "È ovvio che la salute viene prima di tutto. I nostri centri sono moderni, i ricambi d'aria adeguati. Ma la gente non arriva nemmeno negli outlet all'aperto".

Leggi articoli in italiano. Corriere.it

Комментариев нет:

Отправить комментарий