суббота, 11 июля 2020 г.

“Siamo in missione, non scordiamolo”. Così i Clippers riaprono la corsa al titolo

Doc Rivers e Paul George dopo il primo allenamento ricordano che Los Angeles non è a Disney World per divertirsi

L'autobus dei Clippers ha il navigatore impostato sul Gran Destino, l'hotel che per i prossimi 3 mesi i giocatori chiameranno casa. È mercoledì 8 luglio, la squadra è in rotta verso nella location più inusuale per chiudere la stagione Nba più surreale della storia: Disney World. Normalmente questo è il mondo delle fiabe, quello in cui i sogni di milioni di bambini diventano ogni giorno reali. Doc Rivers, che in questa rivisitazione Nba del mondo della fantasia ha il ruolo di orco travestito da coach, prima di scendere parla ad uno ad uno con tutti i suoi giocatori. E poi alla squadra tutta. Il suo messaggio è chiaro: "Siamo in missione, non dimenticatelo".

la missione dei clips

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Venerdì i Clippers hanno riassaggiato il campo per la prima volta come squadra dopo 4 mesi. Mancava Kawhi Leonard, la stella rimasta a Los Angeles per festeggiare il compleanno della figlia prima di andarsene di casa, spera lui, almeno fino ad ottobre. È arrivato ieri sera, si è chiuso nella sua stanza di albergo dove rimarrà per almeno 36 ore, fino a quando non sarà in grado di produrre due test negativi a 24 ore di distanza l'uno dall'altro. Anche senza Kawhi, però, i Clippers hanno riscoperto il significato di squadra. E hanno ricevuto dal loro coach un importante promemoria su quello che si erano prefissati di fare in questo surreale 2019-20: vincere. "Ho ricordato a tutti perché siamo qui — ha ricordato Rivers, che durante il lockdown ha aggiunto un pizzetto sale e pepe e qualche chilo che non gli tolgono comunque quel look autoritario che ha quando parla della sua squadra -. Questa per noi è una missione a cui siamo stati inviati: niente distrazioni, niente lamentele. Siamo qui per un solo motivo: completare la nostra missione".

L'arma PG

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La missione dei Clippers, ovviamente, è quella di vincere il titolo Nba. "Come le altre squadre che sono qui, quindi dovremo impegnarci al massimo" ricorda Paul George, capelli e barba incolti che promette di tagliare non prima di una settimana, se i barbieri che l'Nba ha portato nel campus di Disney World lo convinceranno. Potrebbe essere lui l'arma in più dei Clippers, quella che Rivers ha lucidato con cura per tutta la stagione, dandogli tempo di rimettersi in sesto dopo le due operazioni alle spalle della scorsa estate. "Ho avuto dubbi sulla mia condizione per tutta la stagione: non sono mai stato al 100% — confessa PG, arrivato allo stop con 21 punti di media e il 43.2% al tiro nonostante un limite costante al suo minutaggio -. Fino a febbraio, tutta la mia stagione è stata focalizzata sul recupero fisico, sul seguire le indicazioni dei medici sperando che si trasformassero in una condizione migliore. Quella che sento di avere ora. Sì, adesso mi sento di nuovo me stesso".

La sfida

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Il West prima della pandemia sembrava una sfida a due, un duello tra Lakers e Clippers da combattere ad armi pari o quasi. Perché la tradizionale potenza del basket di Hollywood ha LeBron James e Anthony Davis, ma l'ex Cenerentola ha l'mvp delle Finals in carica, Paul George e una squadra decisamente più profonda dei rivali. "Questo stop ci ha fatto bene, ci ha permesso di recuperare dalle fatiche fisiche della prima parte di stagione e ci ha permesso di crescere come gruppo" ha detto George. I Clippers ripartono dal secondo posto nella conference con 44 vinte e 20 perse, la consapevolezza che per arrivare fino in fondo, per completare la missione, sarà necessario essere al pieno della forma a settembre, usando le prime 8 partite del resto del 2019-20 per ritrovare "condizione di forma e ritmo partita" (parole di coach Rivers) e riprendere il filo del discorso a marzo. Quando i Clippers stavano finalmente completando i lavori di un cantiere che ha proceduto lentamente per tutta la stagione. La conclusione era prevista per aprile, ma il coronavirus che ha sconvolto tutto ha messo in naftalina anche la missione dei Clippers. Quella che, ora che anche Kawhi è arrivato nel mondo delle fiabe, promette di riprendere. Quella che Rivers si assicurerà che i suoi Clippers portino a termine. "Faremo di tutto per tornare a casa col trofeo" assicura George. Per la prima volta sembra davvero possibile. E non solo nel mondo delle fiabe.

Source: Gazzetta.it

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