La deputata dei Cinque Stelle, testimone di giustizia, paragona la vicenda grazie alla quale è diventata parlamentare a quella dei deportati. E dice di essere più sfortunata delle vittime dell'Olocausto — Video TP24 /CorriereTv <!— CONTINUA A LEGGERE » —>
«Gli ebrei ad Auschwitz hanno avuto la fortuna di essere stati uccisi» ha detto la deputata dei Cinque Stelle durante un convegno a Ottaviano. La notizia è stata riportata dal giornale web siciliano tp24. «I testimoni e i collaboratori di giustizia – ha detto esattamente la Aiello – vivono come se fossero in un campo di concentramento. Per questo motivo io sento molto vicina a me la giornata della memoria. Anche noi abbiamo il codice identificativo. Solo che gli ebrei deportati ad Auschwitz – è questo il passaggio contestato e riportato dall'emittente locale Tp24 – avevano la fortuna di morire. Noi invece moriamo ogni giorno».
Piera Aiello è stata eletta in Sicilia, ottenendo quasi 80 mila preferenze, nel feudo di Matteo Messina Denaro, nonostante avesse condotto la campagna elettorale a volto coperto. Aiello, infatti, per 27 anni non aveva potuto mostrato il proprio viso, perché testimone di giustizia antimafia.
Nata a Partanna (nel trapanese) il 2 luglio 1967, la sua storia inizia quando all'età di 14 anni conobbe Nicolò Atria (detto Nicola) e divenne cognata di Rita, l'indimenticabile ragazza che si suicidò dopo l'attentato a Paolo Borsellino. «Io fui scelta da mio suocero, non da mio marito», raccontò la parlamentare. I coniugi provenivano da mondi diversi. La famiglia di Nicola Atria era mafiosa e queste origini provocavano grandi tensioni fra i due. La situazione crollò definitivamente quando il 18 novembre del 1985, a pochi giorni dal loro matrimonio, il suocero, don Vito Atria, venne ucciso. «Cercai in ogni modo di convincere mio marito ad evitare il tentativo di vendicare la morte di suo padre, ma non ci fu nulla da fare», continuò Piera Aiello. E poi: «Nicola girava armato e si occupava dello spaccio di droga. Quando provavo a dirgli di smettere con questa vita lui mi picchiava». Nicolò Atria venne ucciso il 24 giugno 1991, proprio sotto gli occhi di Piera. Quella morte che poteva prendere le sembianze di una liberazione, fu invece la tomba della libertà. «Fui perseguitata e sorvegliata a vista dai mafiosi che avevano provveduto ad eliminare Nicola».
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—>Source: Corriere.it
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