понедельник, 27 июля 2020 г.

C’è un nuovo boom di migranti? E rischiamo un aumento di contagi?

È scattata una nuova «invasione» di migranti? «No, gli sbarchi stanno aumentando, ma sempre su numeri complessivi molto bassi». E perché proprio ora? «Perché stiamo recuperando i mesi di stop del Covid, quando gli arrivi si ridussero al minimo». Matteo Villa, ricercatore dell'Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) cerca di andare oltre il clamore delle dichiarazioni politiche e con un fact checking torna a mettere a fuoco quanto sta accadendo al di qua e al di là del Mediterraneo. Cifre innanzitutto, dunque, contenute in un report che Ispi ha pubblicato oggi 27 luglio.

C'è stato un boom di sbarchi?

Prima questione: c'è stato un boom di sbarchi? «Nel primo semestre del governo Conte II — scrive l'istituto di analisi — tra settembre 2019 e febbraio 2020, erano più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (da 3.555 a 8.889). Tale constatazione ha spinto molti a pensare che l'Italia stesse rapidamente tornando verso quel periodo che, tra il 2014 e la prima metà del 2017, ha visto l'arrivo in Italia di oltre 600.000 persone. La realtà, tuttavia, è molto diversa». Il raddoppio va inquadrato in un contesto di arrivi molto bassi, arrivati nel primo semestre 2019 ai loro minimi dal 2009. «Le traversate sono in aumento perché per due mesi, a causa del virus si erano fermate ma anche con questo trend — sottolinea Matteo Villa — alla fine dell'anno toccheremo i 20-25.000 arrivi, il 90% in meno rispetto al 2016».

Bisogna temere un aumento dei contagi?

Secondo interrogativo sul tavolo: bisogna temere il contagio portato dagli immigrati? «Tra chi è arrivato regolarmente e quanti sono sbarcati autonomamente la percentuale dei positivi è dell'1,5%. Da non dimenticare inoltre che le positività sono state certificate su gruppi di migranti che avevano condiviso la stessa imbarcazione durante il viaggio, dando credito all'ipotesi che un numero significativo di essi si sia infettato nel corso della traversata».

Più arrivi dalla Tunisia: cosa significa?

Numeri a parte, stiamo assistendo a un cambiamento anche qualitativo, rispetto al passato. Ad esempio: ci sono più partenze dalla Tunisia e di tunisini. Cosa sta accadendo sulla sponda sud del Mediterraneo? «In Tunisia — risponde ancora Matteo Villa — assistiamo a un fenomeno di crescente disoccupazione. Inoltre quest'anno l'Italia non ha emenato il decreto flussi per i lavoratori stagionali; molta della manodopera d'importazione veniva da lì. Questo ha determinato un aumento della pressione migratoria». La Tunisia è uno dei pochi paesi con i quali l'Italia ha un accordo per il rimpatrio rapido: i nuovi arrivati verranno rimandati indietro? «L'accordo prevede il rimpatrio di 80 persone a settimana ma con il Covid il meccanismo si è inceppato».

Perché le fughe di massa?

Altro cambiamento evidente specie nelle ultime ore: le fughe in massa dei centro di accoglienza mentre in passato i migranti si rassegnavano ad spettare anche anni prima di avere una risposta alla loro domanda di protezione umanitaria. Perché? «Chi arriva oggi — riprende l'esperto — si rende conto che ha molte meno probabilità di ottenere un permesso di soggiorno rispetto al passato. Solo un 15-20% ce la fa. Ecco il perché delle fughe di massa». Dove puntano ad arrivare, così alla disperata? «In passato la loro meta era il Nord Europa; può darsi lo sia anche oggi ma nel loro viaggio si scontreranno con frontiere molto più chiuse che in passato. Realisticamente molti di loro punteranno a raggiungere una grande città e a contattare qualche connazionale».

27 luglio 2020 (modifica il 27 luglio 2020 | 18:56)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Source: Corriere.it

Комментариев нет:

Отправить комментарий