четверг, 5 марта 2020 г.

Sudisti contro nordisti   Fenomeno in crescita

Caro Aldo,
la signora ischitana che ha inveito contro i turisti veneti approdati sull'isola non si è certamente ben comportata e non va approvata. Tuttavia l'eccesso, come sempre, nasconde un frammento di verità. Oggi i lombardoveneti sono malvisti in molti luoghi a causa dell'evenienza-virus. Io son milanese e frequento il Veneto, e ho fin troppo modo di riscontrare discorsi e terminologie razziste. Se il virus riuscisse ad essere, nelle nostre due regioni, l'occasione per un bagno d'umiltà che abolisse il termine «terrone» e tutti i pregiudizi ed altezzosità che vi sono connessi, non sarebbe passato invano. Accadrà? Ho i miei dubbi.
Marco Vizzardelli

Caro Marco,
Non solo è esistito ed esiste un sentimento antimeridionale al Nord; è esistito ed esiste un sentimento antisettentrionale al Sud, indipendentemente dal coronavirus. Se si è manifestato meno, è perché il flusso migratorio è andato da Sud a Nord, non viceversa. Ovviamente entrambi i sentimenti sono da stigmatizzare. Ma il primo è in calo, tant'è che ora la Lega da secessionista padana (espressione un po' ridicola ma ripetuta per anni) è diventata nazionalista; il secondo invece è in aumento, tant'è che ora una campagna molto intensa in rete e pure in libreria sostiene che la colpa dei mali dei «terroni» sia in realtà dei «polentoni», dai garibaldini «invasori» agli industriali che mandano al Sud i rifiuti tossici.
Un tempo a Napoli il tassista, alla scoperta che venivo dal Piemonte, mi rimproverava i rigori dati alla Juve (che ora persino l'allenatore della Juve improvvidamente ricorda ogni momento). Ma il mese scorso il tassista è sbottato: «Siete voi che avete rubato l'oro del Banco di Napoli!» (l'oro del Banco di Napoli, insieme con il bidet e la ferrovia Napoli-Portici, è il cavallo di battaglia dei neoborbonici. Inutile ricordare che l'oro non era del popolo e neppure dello Stato, ma del monarca assoluto). Vale la pena semmai rimarcare che ormai noi italiani ci siamo mescolati. Nell'area metropolitana di Milano ci sono più pugliesi che a Bari, più calabresi che a Reggio, più siciliani che a Catania, più lucani che a Potenza, più campani che a Salerno, più sardi che a Sassari. Sono «terroni» o «polentoni»? E se ci liberassimo di queste categorie?

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Neolaureato, la lunga attesa per fare il medico»

Sono un neolaureato in Medicina. Nel 2013 entro in facoltà superando il test, 84.165 iscritti, 1 su 8 entrava. Passano 6 anni, in cui vengo formato tra esami e più di 2.500 ore di tirocinio per poi laurearmi nel luglio 2019. Nei giorni seguenti la frase che più mi sono sentito dire era che ora avrei potuto fare qualsiasi cosa. Ma è davvero così? In realtà no. Inizia un periodo di 6 mesi in cui sei un medico ma non sei abilitato, cioè non puoi esercitare la professione. Resti parcheggiato, in attesa dell'abilitazione che consiste in un tirocinio di tre mesi e un test basato su un database conosciuto di domande. Circa il 99% degli iscritti supera il test. Con l'emergenza coronavirus l'esame scritto è stato rimandato a data da destinarsi. In un momento in cui le notizie riportano una mancanza di medici sul territorio e il richiamo di medici in pensione, mi chiedo perché nessuno cerchi me, neolaureato e desideroso di poter fare il lavoro più bello del mondo: il medico. Perché siamo costantemente ostacolati? Perché si perde così tanto tempo e si chiedono ulteriori verifiche affinché io possa esercitare? Mi auguro che qualcosa cambi e cambi in fretta, che si presti più attenzione a noi giovani e che lo Stato sia consapevole dell'investimento che ha fatto e non ci perda.
Umberto Zanini

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI — IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l'innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d'arte; parlare cinese, inventare un'app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI — L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un'azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI — L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un'ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d'amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L’ADDIO

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