Una bambina bellissima, visetto paffuto e una spolverata di capelli chiari, nata la sera di domenica 23 febbraio all'ospedale Grassi di Ostia. «Una gioia immensa, mi sono sempre battuto per avere una vita normale e questa è la realizzazione di un sogno…» Lui e Daniela, la mamma, per il lieto evento hanno scelto un nome originale: Myriam. Ma è l'intera storia di questa giovane coppia a collocarsi nella luce dell'eccezionalità. Il papà è infatti Ivan Di Fratta, 35 anni, un giovanotto robusto, impiegato in una società finanziaria, che suo malgrado, quando aveva solo 15 mesi, finì sulle prime pagine dei giornali e nei tg in quanto detentore di un record: il 10 febbraio 1986 Ivan — primo bambino in Italia, quarto nel mondo — fu sottoposto a un trapianto di cuore urgente e non più rinviabile, a causa della grave forma di miocardiopatia dilatativa di cui soffriva dalla nascita.
Ivan Di Fratta nel 1986, durante la convalescenza seguita al primo trapianto di cuore
A eseguire l'intervento fu Carlo Marcelletti, cardiochirurgo di fama mondiale, che nel maggio 1992 tornò a operare Ivan, salvandogli una seconda volta la vita, dopo una crisi di rigetto. Probabilità di sopravvivenza?«Siamo in un contesto decisamente sperimentale», mise le mani avanti il professore, uscendo dalla sala operatoria. L'aspettativa di vita dei trapiantati, specie agli esordi, aveva un orizzonte ristretto, non oltre i cinque anni nei casi più a rischio. Poi le statistiche si sono impennate, certo. Fortunatamente. Ed è bello, oggi, vederlo tanto felice con la pupa in braccio. «Creare una famiglia — dice Ivan Di Fratta — penso sia quello che vorrebbero un po' tutti. Realizzare quest'obiettivo è una grandissima soddisfazione. Una rivincita per ciò che ho passato e per i parenti e amici che mi sono stati vicino. Pochi mi avrebbero dato un futuro: la nascita di una figlia è la cosa più bella che poteva accadermi. Ho deciso di parlarne anche per dare fiducia ai tanti nelle mie condizioni».
Myriam Di Fratta
L'arrivo di Myriam, oltre a coronare il sogno di Ivan e Daniela, ex parrucchiera, assume quindi valore simbolico: diventa un segno concreto di speranza per le migliaia di persone che negli ultimi decenni si sono sottoposte a trapianti delicati e ad alto rischio. La coppia è appena rientrata a casa, in via Olivieri, a Ostia. «Mia moglie ha avuto un lungo travaglio e alla fine, a causa di qualche complicazione, i medici hanno deciso di procedere con il parto cesareo. Hanno sofferto un po' entrambe, ma si stanno riprendendo», sorride il neopapà.
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Ivan, storia di amore e speranza
Nella galleria di storie romane pubblicata negli ultimi mesi, il Corriere aveva scelto anche Ivan Di Fratta per raccontare «che fine hanno fatto» i protagonisti della cronaca di tempi ormai lontani. Oltre a lui, sul versante delle buone notizie, la mamma-record Rosanna Della Corte, che partorì a 62 anni (nel 1994) grazie alla fecondazione artificiale e oggi, quasi novantenne, guida ancora l'auto, e il cantautore Gianluca Sciortino, che nel '92 uscì dal coma ascoltando le canzoni di Venditti e ha poi dedicato la sua vita alla musica. «Non mi sono mai lamentato, questa è la mia forza — aveva detto Ivan nell'intervista -. Ho sempre frequentato la comitiva di amici, fatto nuoto in piscina, giocato in cortile… Poi ho avuto lo scooter, la moto, le estati allo stabilimento Hibiscus, le fidanzatine… Mai cercato pietà nella gente, né vantaggi». Normalità: questo il suo segreto. Fino al sogno realizzato — straordinariamente normale — di diventare papà. (fperonaci@rcs.it)
1 marzo 2020 | 20:28
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