Ancora un plico esplosivo inviato per posta. I carabinieri indagano sul pacchetto ricevuto in un condominio di via Baldo degli Ubaldi, all'Aurelio, nella mattinata di giovedì, ma la notizia è stata tenuta segreta. Nessuno è rimasto ferito anche perché la busta non è esplosa. L'opera di sensibilizzazione portata avanti nei giorni scorsi dalle forze dell'ordine ha funzionato così come i controlli a tappeto di polizia e carabinieri.
Su quest'ultimo episodio indagano i militari dell'Arma intervenuti con gli artificieri e la sezione Rilievi. Il pacchetto è stato preso in consegna dagli specialisti che lo esamineranno per cercare eventuali collegamenti con gli altri tre ordigni esplosi nei giorni scorsi a Fiumicino, Fidene e Balduina con il ferimento di tre donne.
Per il momento la pista privilegiata da chi indaga — Ros dei carabinieri e Digos della polizia — sui primi tre episodi è quella del gesto anarco-insurrezionalista sebbene fino ad oggi non sarebbe giunta alcuna rivendicazione. A essere colpite con bombe artigianali composte da polvere pirica infilata in una scatolina sono state un'ex funzionaria dell'Università di Tor Vergata, anche se a rimanere ferita è stata un'impiegata delle Poste che stava maneggiando la busta, una dipendente Inail e una biochimica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Nessuna delle vittime, alle quali sono state indirizzate le buste esplosive, si spiegano il perché siano finite nel mirino di qualcuno che secondo chi indaga voleva fare male ma non uccidere.
L'ultimo plico è stato inviato in un appartamento al quinto piano dello stesso palazzo dove risiedeva Erich Priebke, l'ufficiale delle Ss condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine e deceduto nell'ottobre 2013. Il militare nazista, che fu rintracciato in Argentina ed estradato in Italia per essere processato, viveva al primo piano di via Cardinal Sanfelice 7.
6 marzo 2020 | 11:34
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