понедельник, 29 июня 2020 г.

Elezioni Comunali in Francia, astensione altissima: 60%. Perpignan all’estrema destra

Dal nostro corrispondente
PARIGI —Domenica 28 giugno, in Francia, si è tenuto il secondo turno delle elezioni amministrative, che riguardavano circa 5mila comuni. Il primo turno si era svolto il 15 marzo, e aveva sollevato molte polemiche per la decisione del governo di confermarlo, nonostante la pandemia di Covid-19 scatenata dal virus Sars-CoV-2. L'astensione, domenica, è stata molto alta, arrivando al livello di record del 60% sui circa 16 milioni e mezzo di elettori chiamati alle urne.

Vittoria ecologista

«Un'ondata verde si leva in Francia», esulta in diretta televisiva la portavoce di Europe Ecologie-Les Verts (EELV), Eva Sas: gli ecologisti ottengono una grande vittoria al secondo turno delle elezioni municipali conquistando città importanti come Lione (il sindaco sarà Grégory Doucet), Bordeaux (Pierre Hurmic), Marsiglia (Michèle Rubirola), Strasburgo (Jeanne Barseghian), Poitiers (Léonore Moncond'huy), Besançon (Anne Vignot) e Tours (Emmanuel Denis). «Quel che ha vinto stasera è la volontà di un'ecologia concreta, in azione», ha aggiunto il leader della formazione ambientalista, il deputato europeo Yannick Jadot che vede adesso prendere forma nei fatti una candidatura alle elezioni presidenziali del 2022.

Frenata Macron

Grande delusione nel campo della République en Marche, il partito di Macron, con la portavoce del governo Sibeth Ndiaye che incolpa «le divisioni interne di un movimento che è comunque nato appena quattro anni fa», e il ministro Julien Denormandie che aggiunge «i francesi ci stanno dicendo che dobbiamo andare più velocemente, molto più velocemente sull'ecologia». I macronisti perdono in molte città ma non a Le Havre, dove si presentava il premier Edouard Philippe che si è imposto nettamente sul candidato comunista Jean-Paul Lecoq. Ora Philippe — e soprattutto Macron — dovranno decidere se il primo ministro debba continuare con il ruolo di capo del governo a Parigi o se invece scegliere il municipio della città portuale della Normandia.

A Parigi

Nella capitale, la quasi scontata affermazione della sindaca uscente Anne Hidalgo (sinistra) ha assunto proporzioni più grandi del previsto con oltre il 50% dei voti. Hidalgo, che ha battuto Rachida Dati (destra) e Agnès Buzyn (LREM) ha tratto vantaggio dalla sua alleanza con il verde David Belliard.

Astensione

Macron, che si è detto «preoccupato per l'astensione» (oltre il 60%) dovrà adesso tenere conto del successo verde nella già prevista formazione di un nuovo governo per gli ultimi due anni del suo mandato.

Perpignan sarà la prima città con più di 100 mila abitanti a essere governata da un esponente del Rassemblement national. Louis Aliot, ex compagno di Marine Le Pen, secondo le proiezioni ha ottenuto quasi il 53% dei voti al secondo turno delle elezioni municipali, davanti al sindaco uscente di destra Jean-Marc Pujol che era al potere in città dal 2009 ma si è fermato al 47%. Aliot si presentava a capo di una lista eterogenea, con esponenti venuti anche dalla sinistra, senza il marchio del Rassemblement national. Un modo per allargare il proprio elettorato e superare la barriera del «fronte repubblicano», ossia la tradizionale alleanza degli altri partiti contro la formazione lepenista. La strategia ha funzionato e Aliot si è affrettato a dichiarare che «il primo messaggio è che il fronte repubblicano è caduto questa sera a Perpignan, e potrebbe cadere altrove domani».

Nelle altre città chiave del voto, a Le Havre il premier Edouard Philippe ha ottenuto una vittoria netta contro lo sfidante comunista Jean-Paul Lecoq; a Lille la sindaca uscente Martine Aubry, una personalità importante del partito socialista e della sinistra, potrebbe non farcela contro il candidato ecologista Stéphane Baly, scontando la grande avanzata dei verdi. In difficoltà a Lille, la sinistra spera però di imporsi a Parigi, Marsiglia e Lione, riuscendo per la prima volta a dirigere le prime tre città francesi. La sconfitta certa di Agnès Buzyn a Parigi rappresenta uno schiaffo per la République en Marche, il partito del presidente Emmanuel Macron, che ha patito a livello locale una sorta di voto di protesta contro il governo nazionale.


Articolo in aggiornamento…

28 giugno 2020 (modifica il 28 giugno 2020 | 23:18)

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Source: Corriere.it

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