понедельник, 29 июня 2020 г.

Anche Starbucks boicotta Facebook: stop alla pubblicità sui social

C’è Coca-Cola, poi Levi Strauss, Uniliver, Honda, Verizon. Ancora, The North Face, Patagonia, Mozilla. Decine di aziende hanno aderito alla campagna di protesta «Stop hate for profit» che si traduce con uno stop alla pubblicità sulle piattaforme social. In particolare su quelle di Mark Zuckerberg — dunque Facebook e Instagram — accusate di non fare abbastanza per contrastare i contenuti razzisti e che fomentano l’odio. Ora si aggiunge l’ultima arrivata: StarBucks. Il colosso del caffé non aderisce formalmente alla protesta ma ha annunciato di aver sospeso gli investimenti pubblicitari su ogni piattaforma social (come prima di lui Coca-Cola): «Crediamo che si debba fare di più per creare comunità online accoglienti e inclusive, e crediamo che sia i leader aziendali sia i responsabili politici debbano unirsi per contribuire a un cambiamento reale. Interromperemo la pubblicità su tutti i social media mentre continueremo le discussioni interne con i nostri partner e con le organizzazioni per i diritti civili nel tentativo di fermare la diffusione dell’hate speech», si legge in un comunicato sul sito ufficiale.

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Dicevamo che Starbucks è l’ultima arrivata. Perché Mark Zuckerberg già sta soffrendo delle conseguenze di queste protesta, lanciata il 17 giugno da un gruppo che promuove la lotta per i diritti civili e che include le americane NAACP, Color of Change e Anti-Defamation League. Calcola Bloomberg che le perdite ammontino già a circa 8 miliardi per la sospensione delle pubblicità su Facebook. Il Ceo ha risposto alla campagna e alle critiche sulla disinformazione che viaggia sulla piattaforma, annunciando nuove etichette che evidenziano i post relativi al voto americano e che rimandano a una pagina informativa. «Non ci saranno eccezioni per i politici in nessuno di questi casi», ha detto. Aggiungendo: «Sono ottimista sul fatto che possiamo fare progressi in materia di salute pubblica e giustizia razziale, mantenendo le nostre tradizioni democratiche intorno alla libertà di espressione e di voto». Ma il boicottaggio intanto continua.

28 giugno 2020 (modifica il 28 giugno 2020 | 20:48)

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Source: Corriere.it

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